domenica, settembre 25, 2005

Lettera d'amore a Silvio B.

Caro mio Silvio Berlusconi, ora te lo devo dire: io ti amo. Non voglio vederti soffrire di più. Non voglio che ti sacrifichi ancora per l’Italia, che non ti merita. Lascia perdere quelle cattive compagnie di Previti e Dell’Utri; soprattutto smetti di frequentare Bossi, Fini e Follini: sono uomini senza arte né parte. Quelli sono politici professionisti, che tutt’alpiù sapranno cambiare una lampadina o spostare una seggiola. Non sono come te che sai far di tutto dal tappezziere al cantante, dall’impresario edile al finanziere. Lascia tutti. Vieni da me. Con me migliorerai la tua qualità della vita; potremo insieme visitare musei, vedere bei film e leggere molti libri. Cosa che in questi duri anni ti è stata preclusa. Poi potremo formare una bella coppia anche senza i famigerati Pacs. Io e te, diventeremo forse i nuovi D&G – i nuovi Dolce e Gabbana che ora si sono divisi; diventeremo S&P ovvero i Salato e Presobene.
Caro mio Silvio, mi piaci tanto quando racconti le barzellette. Che ridere mi fai! Forse mi sono innamorato di te proprio ascoltandoti raccontare la barzelletta dove dicevi di camminare sull’acqua e gli altri invece dicevano che lo facevi perché non sapevi nuotare. Che grande spirito hai. Che humor. Che ironia. Sapessero tutti far ridere come te…invece i maligni dicono che fai pena; che camminavi veramente sulle acque, ma ci riuscivi perché non ti avevano forato i piedi come l’Originale. Che cattivi. A pensare che sono italiani a cui hai levato le tasse, rifatto la Costituzione, dato le riforme della Scuola e Giustizia. Invece loro, gli italiani, continuano a rubare, a far venire i clandestini, a commettere reati gravi, a votare comunista…con quest’ultima cosa è detto tutto.
Coraggio Silvio, forza mio uomo Salato, vieni da me. Ti saprò proteggere e amare. Tuo Presobene.

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