giovedì, gennaio 26, 2006

Il lamento di Portnoy

Questo mio scritto è una sintesi del libro: Il Lamento di Portnoy di Philip Roth.
Sono raccontate le seghe mentali e no, di un ebreo americano; un ebreo tout-court: che però interpreta bene le idiosincrasie sessuali, che si generano nelle famiglie al di là delle religioni ma, dove esiste una madre castrante.
In breve ho riassunto il monologo di Alex Portnoy, della sua seduta psicoanalitica.
‘Sono Alex Portnoy, mi lamento e racconto la mia vita privata. Onorare l’essere ebreo e onorare il padre e la madre: il personaggio più indimenticabile che ho conosciuto. Poi le seghe e la difficoltà di crescere con il pisello e le malinconie ebraiche al pari di un testicolo che non vuole scendere nello scroto. Quale passaggio fondamentale la figomania; ancora seghe orientate e fatte in ogni luogo con lo stupefacente pensiero che ogni ragazza porta addosso la figa. Tutte le donne hanno la figa! Così mi trovo a 35 anni responsabile delle Risorse Umane al comune di New York e ancora vivo con la mamma. Aiuto.
Non serve Freud, i sogni, ma per il sesso? Dove ho sparso il seme? Ho messo il cuscino sotto il culo come consiglia la guida matrimoniale dei miei genitori? Devo sapere. Ecco la Scimmia: sulla più comune degradazione della vita amorosa; ecco che si conquista un pompino. Ecco dopo l’esilio. Cristo santo, sono in Israele!’.

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