domenica, gennaio 01, 2006

Personalità e destino

Quello che governa il destino e la personalità non sono le stelle e i pianeti ma le potenze archetipe dei miti. La capacità di leggere simbolicamente la nostra vita è la chiave per comprendere la nostra natura e insieme il futuro. Spesso riviviamo con uno strano disegno la nostra vita passata; ripetiamo una successione di accadimenti che ci portano a ritornare dove si era partiti. Per un certo senso ripercorriamo un cammino speculare a quello dei miti e delle fiabe. Esempio: lo stesso amore è un gioco eterno; un prendersi e lasciarsi continuo, un andirivieni che ci riporta alla ferita inferta dagli dei.
Mentre le fiabe insegnano la felicità e il suo perseguimento, i miti invece sono tragici, sono la storia della storia. Nei miti scorgiamo la verità e nelle fiabe la consolazione; tutte e due però ci aiutano ad elaborare l’inconscio: sono utili a tradurre in immagini visive stati interiori e a trovare i significati della nostra realtà.
Allora lasciamo perdere astrologhi, lettori di carte, di fondi di cafè, maghi, oroscopi ecc. Impariamo a leggere le nostre azioni e scopriremo molto di quello che ci potrà accadere. Lo spirito, il divino in noi, è quell’intelligenza ‘sacra’ che dà il nome a tutte le cose: sa nominare ogni cosa distinguendosi dal caos. Con questo abbiamo un prima e un dopo; con questo possediamo le parole per narrare la storia: la nostra.
Poi, senza scomodare filosofie buddiste e pensieri orientali, dobbiamo sapere che ognuno persegue la sua relativa verità. Ognuno sa di sapere di sé e tuttavia vive senza interrogarsi; non usa la riflessività: quello che ci fa uscire dall’io senza abbandonarsi. Impariamo a contattarci profondamente, ad uscire da noi per osservarci; quello che è posto fuori di noi è fatto per essere riconosciuto interiormente. Allargando la mente ci accorgiamo di abbracciare tutto in tutti. Ecco allora che anche una parte di futuro, come il presente, diventa coscienza.
Ecco che il 2006 può diventare ciò che è nei nostri desideri.

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