giovedì, agosto 03, 2006

Al posto di Fidel

Al posto di Fidel, il fratello Raul; il potere passa da un ottantenne ad un settantacinquenne. Le dittature hanno questo particolare: non sanno creare una classe dirigente, che succeda al dittatore. Gli altri, per chi detiene il potere, sono visti tutti come potenziali nemici, usurpatori; sono coloro che poi deviano dall’ortodossia rivoluzionaria…e intanto il popolo bue ingoia tutto: rumina e pascola nell’insipienza e nell’ignavia.
Che tristezza per il glorioso, dignitoso e solare popolo cubano; stanno lì in attesa che il ‘re’ muoia, per vivere un cambiamento inevitabile comunque.
Non ho mai creduto al potere della polizia, alla repressione dell’esercito per mantenere un popolo in condizioni illiberali e povere; ho pensato che l’adesione, al pensiero politico dominante, sia della maggioranza delle persone che abitano quel paese. Con questo però si assisterà, con la fine di Fidel Castro e con le conseguenze buone e cattive, al passaggio della società cubana verso il mercato libero. Inevitabile. Come è successo per la Cina.
A distanza di quasi 50 anni di regime, non si può giustificare tutto e sempre come la difesa dall’orco imperialista americano. Gli USA hanno le loro indiscutibili colpe, ma il mondo che gli si oppone è anacronistico e inconsistente, sia sul piano morale che della libertà.

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