mercoledì, agosto 20, 2008

‘Perché non posso non dirmi comunista’ di Mario Alighiero Manacorda


‘Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici)’ è un libro dello scorso anno di Piergiorgio Odifreddi, il matematico impenitente e scrittore divulgativo di logica scientifica, che richiama nel titolo un libro dell’anno 2000 di Mario Alighiero Manacorda: ‘Perché non posso non dirmi comunista. Una grande utopia che non può morire’. Mentre il libro di Piergiorgio Odifreddi è un aiuto a superare il fondamentalismo religioso, quello di Mario Manacorda risulta utile invece a ritrovare l’adesione ideale ad un progetto di società che è entrato profondamente in crisi.
Il piccolo libro di Mario Alighiero Manacorda, giovane vegliardo novantaquattrenne, ex docente di pedagogia e storia della pedagogia nelle università di Cagliari, Viterbo, Firenze e Roma, illustra le ragioni della sua adesione all’idea comunista: una utopia che conserva tutta la sua capacità di riscatto economico, morale e spirituale del mondo.
Mario Alighiero Manacorda resta insieme a Pietro Ingrao uno dei due grandi vecchi del comunismo italiano. Le passioni non invecchiano e i due continuano a testimoniare gli ideali comunisti per cui si sono battuti tutta la vita mantenendo giovane con il cuore anche la mente.
In un momento di grave crisi del pensiero comunista, dove i partiti che si richiamano a quella società stanno sparendo, o cambiando radicalmente le loro finalità come la Cina, Manacorda continua a dichiararsi comunista e a testimoniare il significato di questa scelta guardando al passato, quando il comunismo ha rappresentato le speranze secolari di milioni e milioni di uomini in tutto il mondo, con l’obiettivo di emanciparsi e uscire dalla schiavitù ed ignoranza.
Il fallimento dei socialismi reali, e la loro scelta rivelatasi perdente, non ha fatto venire meno l’obiettivo di riprovare a costruire una società comunista che rimetta in campo i suoi valori. Potrebbe nascere sotto altri nomi o altre bandiere ma quei motivi saranno sempre gli stessi.
Carlo Marx e Antonio Gramsci sono i pensatori che hanno guidato il ragionamento di Mario Alighiero Manacorda:
Il pensiero filosofico e storico di Carlo Marx è sempre attuale e secondo Manacorda rivivrà nelle aspirazioni dell’uomo per creare quel mondo più libero e giusto che dia una misura di umanità al proprio destino: ‘E se considero il l’assetto che abbiamo ricevuto dalla natura, che è, come per tutti i viventi, il destino di una continua lotta per la sopravvivenza; continuo a sperare che l'uomo possa passare a una gioiosa gara per la convivenza. E anche per questo non posso non dirmi comunista’. (pag. 71)
Per quanto riguarda Antonio Gramsci, invece commenta: ‘Ogni acquisizione logica e morale, di vita civile, non è innata, ma da apprendere attraverso un adeguamento o conformizzazione agli aspetti più elevati della civiltà storicamente raggiunta: solo così ciò che si acquisisce attraverso l'esperienza diventa una ‘seconda natura’ e la necessità diviene libertà. Anzi, questo della «seconda natura», da conquistare attraverso l'educazione, è anch'esso tema ricorrente in lui. Significa che il cucciolo ‘naturale’ dell'uomo deve faticosamente entrare in quella seconda natura che è la storia’. (pag. 84)
Carlo Marx, il comunista per antonomasia, in questa analisi lucida e profonda, ma mai retorica, diventa liberale, diventa il ‘Macchiavelli del proletariato’, umanista, spiritualista, antistalinista. Per questo non è possibile, secondo Manacorda, non riconoscersi comunisti. Ognuno a modo proprio, nonostante le etichette che ciascuno di noi si dà o riceve dagli altri, accidentali e approssimative. Nella riscoperta del valore etico-politico troviamo le ragioni del suo impegno; ragioni ancora valide e forti per tutti quelli che ancora si vogliono professare comunisti. Tutto questo rigorosamente e originalmente ancora valido oggi come ieri.
Ecco il link dove potrete ordinarlo se non lo trovate in libreria:

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