La morte del Cardinale Carlo Maria Martini
E' in corso nuovamente una discussione nata sulla scelta del Cardinale Carlo Maria Martini di rifiutare l'accanimento terapeutico al suo stato di malato di Parkinson. Carlo Maria Martini è morto, il 31 agosto 2012, senza dunque l'uso del sondino e alimentazione forzata, visto che da quindici giorni non poteva più deglutire per l'evoluzione terminale del morbo di Parkinson.
In merito dopo che i politici nostrani hanno in mente di promulgare una legge sul testamento biologico (fortunatamente mai fatta) che darebbe al medico tutte le decisioni di continuare le cure, io ricordo la posizione del teologo Hans Küng su questo argomento.
Il teologo Hans Küng nel 1998 affermò nel libro, Sulla dignità del morire e l’eutanasia, che pur restando ferma l’illiceità morale di ogni eutanasia imposta per costrizione; nello stesso tempo 'è fuori discussione la liceità etica dell’eutanasia nel senso di tentativo di rendere “buona” la morte senza per questo accorciare la vita: quella cioè in cui il medico si limita a somministrare sedativi per ridurre il dolore. Ed è in armonia con l’ideale di un morire degno dell’uomo il tentativo di ridurre il più possibile i dolori fisici e, nelle ultime fasi della vita, di sostenere la mente mediante psicofarmaci. Un’eutanasia di questo tipo non pone problemi giuridici, è eticamente responsabile e doverosa dal punto di vista medico. Il mantenimento in vita del paziente deve andare di pari passo con la riduzione dei suoi dolori e il sostegno della sua libertà. Non è lecito che la conservazione della vita divenga un semplice differimento della morte'.
Per quanto riguarda l’eutanasia attiva, Küng inoltre precisa che 'è falso che ogni forma di eutanasia attiva sia di per sé un 'omicidio', come se essa non fosse un atto volontario, un atto di pietà, liberamente chiesto dal paziente, bensì un atto di violenza impostagli contro la sua volontà'.
Che altro aggiungere? Bene ha fatto Carlo Maria Martini che con la sua morte ci ha dato una ulteriore lezione di teologia.
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