martedì, ottobre 19, 2004

La qualità degli uomini

Si possono avere idee di destra o di sinistra ma in fondo quello che conta è la qualità degli uomini; è il rapporto con il proprio sé, che si trasmette nelle relazioni con gli altri determinandone poi i comportamenti, che fa misurare la bontà di questi ultimi.
Allora in fondo il vero discrimine tra gli uomini e i diversi schieramenti ideali passa attraverso caratteristiche umane non indifferenti.
Non ci sono in questo senso allora “buoni” o “cattivi”, “bravi” o “stupidi”, ma in sostanza solo innamorati della propria immagine ed esclusivisti della ragione, predicatori, avventurieri, bugiardi, insaziabili e avidi di potere.
Tutto questo, chiaramente per i politici, si nasconde dietro il perseguimento del servizio comune. Sì, questi ultimi dovrebbero essere uomini generosi, di qualità, che si mettono a disposizione per risolvere i nostri problemi di convivenza ricercando la sottile arte del “male minore nell’interesse maggiore”. Ma è così?
Osservateli bene i politici o i detentori di cariche pubbliche e ditegli un preventivo grazie: si sono messi a nostra disposizione, così almeno si pensa; poi non guardategli la ricchezza del portafogli ma quella dell’anima, e lì casca l’asino. Quanti di questi conoscono il dolore del peccato? Quanti dovrebbero preventivamente chiedere perdono per non conoscere abbastanza di loro, della vile natura, prima di aiutare noi?
Ecco, a molti di loro manca la compassione, una pietà per loro stessi che li aiuterebbe ad averla per gli altri.
Essere eroi non è una qualità e quando certi uomini parlano, prima dovrebbero interrogarsi un po’. Dovrebbero essere degli straordinari interrogatori che più di risolvere i nostri problemi imparassero a risolvere i loro e poi insegnassero a chiederci perché.
Ecco una qualità, una qualità degli uomini, che aiuterebbe il mondo.


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