giovedì, ottobre 07, 2004

necessità del male?

"Il comunismo è stato un male necessario in qualche modo all'uomo e al mondo". Così Giovanni Paolo II definisce la dottrina politica che affonda le sue radici nel pensiero di Marx e Engels nella sua nuova opera Memoria e identità.
Interessante questo punto di vista di chi è considerato, per il verbo, 'infallibile'.
Io semplicemente che nel comunismo ho creduto senza infallibilità, ma proprio per la fallibilità dell'uomo insieme delle sue capacità ad essere qualcosa di diverso: superiore, morale e benefico per l'umanità tutta; lo penso forse ancora un bene possibile.
Intendiamoci, sappiamo che nel nome di grandi ideali e convinzioni di giustizia, moralità, si sono compiute le più atroci nefandezze contro l'umanità, per cui nessuno è immune dal male e in specie del proprio pensare con delle certezze; ma il comunismo, quello trasmesso anche originariamente e originalmente da Gesù Cristo, penso sia ancora un valido ideale per una nuova umanità.
Vive e c'è poi quel male più grande ed infinitamente diffuso che è quello dell'inconsapevolezza, dell'ignoranza, del voltare la testa e lo sguardo per non vedere, insieme alla mancanza di un pensiero 'altro', 'diverso' e 'trascendente' la nostra condizione contingente all'economia e al mercato.
Per questo considero ancora fondamentale l'opera di Hannah Arendt su 'la banalità del male'.
Il comunismo ha fornito diversamente a molti uomini sfruttati, oppressi, vilipesi ed emarginati, uno strumento per riscattare la propria condizione e trovare una dignità negata da ideologie supportate dalla legge del più forte, del possesso e dell'arroganza. Cristo aveva fornito con la sua vita e le sue parole il primo insegnamento spirituale di libertà e speranza all'umanità intera. Il vero e unico miracolo di Cristo, utile agli uomini del suo tempo e poi rivelatosi utile sempre, fu quando affermò che tutti gli uomini sono uguali, sono fratelli e proprio negli umili è la salvezza del mondo: era, per l'epoca in cui Cristo disse quelle cose, qualcosa di inimmaginabile; la cultura del tempo e chi in quella cultura greco-romana ed ebraica era nato non aveva la possibilità di pensare diversamente. Allora si può dire che anche quella Croce forse fu un male necessario?

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