domenica, luglio 27, 2008

L'evoluzione non ha bisogno di Dio

Un buon argomento per riflettere su questo punto viene fornito dalla discussione a Genova sulla costruzione di una moschea, per permettere ai fedeli musulmani di pregare Allah, che è poi lo stesso Dio d’Abramo pregato dai cattolici e dagli ebrei…insomma il Dio del Libro, quello definito Unico Dio. La discussione è singolare ed è sostenuta per una parte dalla paura dell’altro. Dio in questo caso non aiuta davvero.
In fondo si comprende che chi muove gli uomini non è la ricerca di un consenso divino, ma soprattutto la lotta per accaparrarsi le risorse e vincere la sfida della sopravvivenza. Per questo non esiste uguaglianza e lo stesso Dio diventa molto diverso, diventa di parte…vi ricordate il ‘Gott mit uns’?
Darwin spiega bene questi meccanismi. Il successo riproduttivo degli organismi più adatti a un certo ambiente non è affatto casuale e quello che determina l’evoluzione delle specie è piuttosto semplice. La Natura poi non premia a caso e non indirizza l’evoluzione verso nessuna meta. L’evoluzione è necessaria ma non porta a Dio. Eppure questo Dio, che si rivela nel disegno umano tanto ambiguo, potrebbe essere d’aiuto; basterebbe pensarlo unoo che ride. Una sua risata oltre che rendere superfluo il mondo di là, migliorerebbe quello di qua.
Per ora tutto aiuta a esclamare la frase attribuita a Bunuel: ‘Grazie a Dio sono ateo’.

1 commento:

Enzo Costa ha detto...

Hai ragione: Dio potrebbe essere uno che ride.
In una mia opera del 1996, "SESSANTA SETTE", lo avevo ipotizzato:

Buontemposi

La religione dei BUONTEMPOSI si basa su un libro sacro in cui tra l'altro si legge: "Quel giorno Gesù disse: 'Ora dovrei narrarvi la parabola del figliol prodigo, ma è di una noia mortale. Piuttosto, la sapete l'ultima su Pierino?' ". E ancora: "Giunto alle nozze di Cana, Gesù notò che mancava il vino. Si fece portare dell'acqua e disse: 'Beviamo questa, l'alcol fa male al fegato, e poi non mi va di fare giochi di prestigio' ". E inoltre: " Gesù prese il pane, lo spezzò lo diede agli apostoli e disse: 'Prendete e mangiate, offro io' ".

Ogni domenica, riuniti nei loro templi, i buontemposi ascoltano i sacerdoti recitare questi e altri passi. Ed è un continuo sghignazzo, un darsi di gomito, uno scoppiar di risa di questo e quel fedele che in un baleno si propaga all'intero uditorio fino a quando lo stesso officiante , contagiato dall'ilarità generale, non esplode in una risata più o meno sguaiata ma sempre sentita, mentre i chierichetti, col volto infuocato dal gran sollazzo, si dimenano allegramente esclamando: "Buona questa! Buona questa!". e battono i pugni sull'altare quasi soverchiati dal troppo divertimento.

Agli estranei parole e comportamenti simili paiono blasfemi. Ma i buontemposi non se ne curano: sono convinti che Dio è il massimo della perfezione. Ragion per cui ha sviluppatissimo il senso dell'umorismo.

Ciao
Enzo