Fine del partito dell'amore
Che l'amore non c'entrasse con la politica era una cosa scontata; solo a Berlusconi poteva venire in mente una cazzata come il 'partito dell'amore', da elevare contro tutti gli altri che odiano.Ora con quello che è successo nel PdL è chiaro che l'amore non c'entra un fico secco. L'altro fondatore del Popolo della Libertà è stato espulso perchè non la pensava come il capo, l'altro fondatore, che in sostanza è poi l'unico.
In politica, si sa, vale sempre il 'mai dire mai'. Ricordate cosa si dissero Bossi e Berlusconi tra il 1995 e il 1998? Nessuno disse peggio di Berlusconi quanto Bossi. 'Il Berluskaz è il mafioso di Arcore', 'Deve rispondere su dove ha preso tutti i soldi per costruire il suo impero'. Il dito medio alzato e il gesto dell'ombrello da parte di Bossi parevano i gesti più usati per salutare Berlusconi. 'Mai più con Bossi' rispondeva Berlusconi, e proseguiva: 'Bossi è un Giuda che tradisce i suoi elettori che non lo perdoneranno'. 'Neanche un caffè prenderò più con Bossi', disse anche Fini, l'altro alleato.
Dopo essere tornati tutti insieme appassionatamente, ora qualcuno si è stancato. Così finisce il 'partito dell'amore', quell'amore che come sosteneva Aldo Carotenuto, il compianto psicoanalista junghiano, implica sempre il tradimento.
Parlare d'amore è sempre arduo poiché amore è una parola difficile da definire al punto che senza un predicato, che ne precisi il contesto o l'oggetto verso cui è rivolto, non possiamo a priori comprendere di cosa si stia parlando.
Ma partire con un partito politico, che chiede voti per esercitare un potere, per diffondere e rivendicare l'amore, sembra un cercare il tradimento a priori. Infatti quell'amore oggetto di un partito consegna l'altro ad un peccato che non ha commesso e, analogamente, non c'è modo di 'nascere al mondo' se non tradendo.
Detto questo poi la politica è pur sempre un'altra cosa e con l'amore non c'entra niente. Si può fare politica con amore, con passione e poi lasciare che altri dicano se quell'amore c'è.
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