Passano gli anni, infausti anni, e sempre di più mi chiedo come sia possibile la perversione di un grande numero di individui che fa seguire, acriticamente con sentimenti di dedizione totale, un vecchio uomo di mediocre intelligenza e discutibili valori morali? Il carattere delittuoso di Berlusconi non si può disconoscere, eppure si ritrovano in lui molti seguaci: che abbiano tutti una natura predestinata? Di fatto a sentirli parlare sono tutti mossi nell'agire a fin di bene. Una duplicità mentale è connaturata in essi che li rende inconsapevoli e i fa propagandisti di loro stessi: si danno sempre ragione, sopprimendo ogni senso di colpa.
C'è nel loro capo un vittimismo (anche tralasciando le allusioni agli ebrei) che paradossalmente lo rende un torturatore di milioni di italiani che non ne possono più di lui.
Una risposta a quanto succede si può trovare nel Mito e nella tragedia, che ad esso si accompagna. Diceva la filosofa Maria Zambrano che ogni agire umano trova riscontro nel Mito; dunque anche questa lunga storia sembra trovi un epilogo nella tragedia. A questo punto la questione si può solo chiudere: o con la scomparsa naturale del protagonista, o con una guerra civile dove la morte di molti supporti una palingenesi. Una rinascita.
Eppure c'è in tutto questo accadere qualcosa di déjà vu: e se vivessimo realmente sempre dentro un Eterno Ritorno? Comunque un consiglio: attenti ai seguaci, ai servi e ai guru. Se incontri il Buddha per la strada, uccidilo*.
*Titolo di un libro di Sheldon B. Kopp
lunedì, novembre 18, 2013
Seguaci e destini
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