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Affermazioni positive di Giorgio Boratto
Con l'epigenetica di Bruce Lipton, abbiamo compreso che noi non siamo vittime dei nostri geni, ma al contrario siamo noi che creiamo la nostra salute o malattia. Modificando le nostre percezioni, noi modifichiamo i nostri geni.Su questo assunto dovremmo conoscere che anche gli uomini sono cellule di un organismo più grande, che è la società. La nostra umanità si crea con la comprensione che dobbiamo lavorare tutti insieme e in armonia. Solo allora creeremo un livello superiore di evoluzione.
Già Albert Einstein affermava: 'La nostra società oggi è malata poiché buona parte di persone, pur essendo conscia della dipendenza dalla società, non lo vive come un valore positivo, come un legame organico, ma come una minaccia ai suoi diritti e alla sua esistenza economica.
In più, la sua posizione nella società è tale che gli impulsi egoistici della sua formazione si accentuano costantemente, mentre i suoi impulsi sociali, che sono per natura più deboli, si deteriorano progressivamente.
Tutti gli esseri umani, qualunque sia la loro posizione nella società, soffrono per questo processo di deterioramento. Prigionieri inconsapevoli del loro stesso egoismo, si sentono insicuri, soli, e privati di quel godimento naturale, semplice e genuino della vita. L’uomo può trovare il significato della vita, breve e problematica come è, solo dedicando se stesso alla società'.
Questa premessa, cui dovrebbe rispondere adeguatamente tutta la politica, trova invece, nella parte rappresentata dalla Destra ideologica, delle affermazioni negative che vanificano l'evoluzione sociale. Sostenere che gli immigrati fanno aumentare la criminalità, che siamo circondati da banditi e sempre più insicuri, che la magistratura è un cancro e vuole colpire solo qualcuno, vuol dire formare convinzioni limitanti attraverso la negatività.
La società costruisce così tutte le basi per farci vivere infelici.
Proseguendo su questa strada saremo destinati a perdere tutto.
I politici attuali ci rappresentano, ma non sono certo la parte più buona della società.
Cambiare rotta si può e la via passa da ognuno di noi; passa dalla capacità di affermare la positività dando spazio al potere creativo della nostra mente. Noi abbiamo il potere di cambiare e affermare un destino migliore per noi e per la società tutta.
Paul Watzlawick e le istruzioni per renderci infelici di Giorgio Boratto
Paul Watzlawick, ha il cognome che pare uno starnuto e a chi ha letto i suoi libri forse lo ha procurato come un sano scossone al cervello.
Lui è stato lo studioso che ha dimostrato come le nostre idee, quando sono sbagliate, intralciano e complicano la nostra vita rendendola
infelice. Il libro di Paul Watzlawick: 'Istruzioni per rendersi infelici', che l'editore Feltrinelli pubblicò nel 1984, è stato il libro che lo ha reso noto in Italia al grande pubblico.
Con lui si scoprì che non ci sono delle patologie, ma solo delle situazioni patogene. In sostanza i problemi dipendono dai circuiti relazionali e dalle conseguenze di un uso sbagliato del linguaggio, con tutti gli annessi contraddittori e paralizzanti.
Le psicopatologie non si originano nell'individuo isolato, ma nel tipo di
interazione patologica che si instaura tra individui; per cui studiando la comunicazione, si possono individuare le patologie e quindi superarle.
Poiché si tratta di qualcosa di eminentemente comunicativo, è proprio sulla comunicazione che si sono prodigati gli sforzi teorici e clinici degli studiosi di Palo Alto, in primis da Paul Watzlawick che divenne uno dei maggiori studiosi della comunicazione umana.
Per Paul Watzlawick la realtà non verrebbe scoperta ma inventata da ognuno di noi. Da queste invenzioni scaturiscono poi i nostri 'stili di vita', che rendono ciechi non solo gli individui, ma interi sistemi relazionali umani (famiglia, aziende, sistemi sociali e politici) nei confronti di possibilità alternative.
Pragmatica della comunicazione; Di bene in peggio- Istruzioni per un successo catastrofico; America, istruzioni per l'uso; La realtà inventata; La realtà della realtà...e naturalmente, Istruzioni per rendersi infelici, sono alcuni titoli dei libri che Paul Watzlawick ha pubblicato con successo.
Il libro, Istruzioni per rendersi infelici, è un manuale tascabile che raccoglie tutti gli espedienti che quotidianamente mettiamo in atto per evitare di vivere felici. Una divertente carrellata delle ricette da seguire per evitare di riconoscere che la nostra vita è in grado di offrirci, oltre a dosi massicce di infelicità, anche occasioni di felicità. Sappiamo che infelici lo possiamo essere da soli e allora con le relazioni con gli altri riusciamo a creare anche l'inferno.
Ecco di seguito alcune istruzioni per rendersi infelici, tratte dal libro, con poca spesa: Essere fedeli a se stessi; sono quelli che rifiutano ogni cosa perché non rifiutare significherebbe non essere fedeli a se stessi. Decidono loro come deve essere il mondo e lo rifiutano com'è. Ricordare il passato come l'età dell'oro; solo il passato, il già vissuto, è importante: come tutto era più bello quando si era adolescenti. Il tempo passa e non se ne accorgono. Considerarsi vittime; quello che è successo ormai ci ha segnato, dopo lo sbaglio e la colpa, non c'è possibilità di modificare più niente. Oggi così e domani ancora così; la soluzione provata una volta rimarrà sempre la stessa, se ha funzionato una volta deve funzionare ancora...anche se le situazioni cambiano. Poi ancora c'è il Cercare disperatamente di realizzare una meta elevata; lo Spingere le persone con cui siamo in relazione, a scegliere tra due uniche alternative possibili e Credere che la vita sia un gioco a somma zero: ossia per chiunque 'vinca' deve esistere qualcuno che 'perda'.
Interessante è l'aneddoto che racconta che chi aveva smarrito una chiave la cercava solo sotto il lampione...a chi chiedeva come mai non cercasse dappertutto, fu risposto: 'Dalle altre parti non c'è luce, non si vede e allora non ha senso cercare lì la chiave'.
Per concludere nel libro è riportata una frase di Fiodor Dostoevskij, tratta dai Demoni: 'Tutto è buono…Tutto. L’uomo è infelice perché non sa di essere felice. Soltanto per questo. Questo è tutto, tutto! Chi lo comprende sarà subito felice, immediatamente, nello stesso istante….
Ancora Paul Watzalawick di Giorgio Boratto
Ancora Paul Watzalawick, ancora qualcosa di questo straordinario psicoanalista che studiò con Gustav Jung e dette l'avvio alla scuola di Palo Alto dove operarono i maggiori studiosi del linguaggio umano.Il linguaggio, con la sua preponderanza nella nostra vita fino ad essere creatore dei pensieri e della realtà, provoca disturbi ed è lo stesso che li cura; origina la famosa 'Talking cure', l'elemento psicoanalitico freudiano.
Per Paul Watzalawick tutto ciò che appare immodificabile può essere cambiato. Il linguaggio come mezzo di persuasione e di suggestione ha il potere di originare il cambiamento. I nominalismi, le etichette, gli automatismi mentali condannano al malessere. Come afferma Paul Watzlawick:'Il linguaggio, nelle componenti verbali e non verbali, rivela proprietà che possono essere ritenute terapeutiche in sé e per sé; possono aiutare a cambiare il comportamento umano, non in virtù del loro contenuto, ma in virtù della loro struttura'.
Infatti il linguaggio raggiunge, con la parola, la più grande forma di condizionamento. Per Kant la capacità di illusione è dovuta alla primordiale potenza della parola. 'Un lungo cammino è stato necessario affinché gli uomini capissero che le espressioni verbali, i "flatus vocis" non è detto che siano una realtà'. Ancora oggi non si è modificata la sopravvivenza della superstizione. La parola costruisce insieme l'oggetto della fobia e il pensiero, la malattia e la cura, la prigione e la libertà.
Paul Chauchard dice: 'L'originalità biologica fondamentale dell'uomo è il linguaggio e non il pensiero che da esso deriva'. Il pensiero è infatti l'immagine che costruiamo con le parole. Con la parola soggettiviamo l'oggettivo; con essa si suggerisce, si ordina, si domanda e si prega. La parola diventa potere.
Così forse si spiega il prodigio di esprimere con parole cose che superano la nostra capacità di comprensione e la nostra limitatezza. Così ci nutriamo dell'inesprimibile. Con il linguaggio costruiamo un pensiero che diventa lo strumento per vedere la storia: il passato, il presente e anche il futuro che ci è concesso; la rivelazione. La consapevolezza diventa così quella energia creatrice che costruisce il nostro essere.
L'uomo così immerso nella sua costruzione ne diventa lui stesso prodotto: il prodotto della sua idea. Dal 'penso quindi sono' al 'sono quel che penso'.
L'insight, la consapevolezza, diventa un elemento di scoperta e di straordinaria armonia se sappiamo allenare la mente all'elasticità; se ci si abitua a vedere le cose da prospettive diverse.
Se ci si sforza di usare un linguaggio arricchito da immagini evocative, si alimenta la nostra creatività. In altri termini attraverso l'esercizio dell'arte del dialogo strategico, costruiamo noi stessi sulla forma che è propria al dialogo, quella della collaborazione e dell'accordo.
Chi sa osservare nelle cose e nei fatti il loro aspetto simbolico e nascosto, sa scorgere una sottile realtà che conduce al senso ultimo della natura. Chi sa leggere i simboli prova il piacere di un dono che è concesso a pochi. Scopre che nel linguaggio c'è una relazione con il tutto in una nascosta armonia con l' essere, la sua essenzialità e individualità.
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