Giovedì 25 luglio alla mattina presto, di questo caldo luglio 2013, è morto Stefan Radich 'un barbone speciale sfortunato'; così si definiva lui. Da tempo si era trasferito nella zona davanti all'ospedale Galliera. In Italia da moltissimi anni Stefan ha dormito per molto tempo nella zona Foce, in una traversa di Piazza Rossetti, e là come qui, in Carignano, si era fatto benvolere dagli abitanti della zona.
Stefan aveva scelto di vivere da barbone dormendo all'addiaccio poichè sosteneva che nei ricoveri si incontrava brutta gente...gente sporca, bugiarda e cattiva. Lui, Stefan aveva una sua moralità e dignità per cui si teneva pulito, in ordine e si preparava con un piccolo fornello a gas i pasti.
Una volta mi fece vedere fiero una agendina con inseriti molti foglietti dove erano raccolti numeri di telefono e indirizzi di persone rsidenti in città pronte ad aiutarlo. Erano le sue referenze e amicizie per cui andava orgoglioso.
Stefan non chiedeva mai soldi e penso che come succedeva a me fermandomi a parlargli veniva spontaneo poi offrirgli qualche euro.
Stefan si era fermato presso i giardini di Via Volta perchè c'è una fontanella e così riusciva a prepararsi il pasto. Ogni giorno scambiandoci il saluto chiedevo quale fosse il menù giornaliero e lui mi indicava la spesa appena fatta nel supermercato In's vicino dicendomi anche il prezzo: ali di pollo, insalata, pomodori e mozzarella, totale 4,28 Euro.
-Bravo Stefan -gli rispondevo- io ti metterei ministro dell'economia. Riusciresti a far quadrare i bilanci italiani. Lui rideva.
Stefan si riempiva la vita anche con lo scambio di saluti e le manifestazioni d'amicizia che riceveva: cose che valgono davvero. Anche questo era una cosa che Stefan poteva insegnare.
Stefan conosceva i prezzi di tutti i supermercati compresi dalla Foce a Carignano e sapeva dove risparmiare. Costine di maiale, ossette per il bollito, cosce di pollo, salsiccia, erano le confezioni che acquistava normalmente e poi cucinava sul fornelletto da campeggio insrito in un cartone per riparare la fiamma dal vento. Cucina molto grassa, ma lui sosteneva che per la vita che faceva occorreva mangiare sostanzioso: sennò gambe cedono, cadono.
Spesso si sollevava dalla panchina dove si fermava un invitante profumo di spezzatino e funghi.
Stefan da quando era sparita la jugoslavia era diventato apolide. Non riusciva ad avere i documenti e questo era un suo cruccio.
Ora lo voglio ricordare con questo post nel mio blog. Non voglio dimenticarlo. Ora che giace dentro una cella frigorifera dell'ospedale Galliera in attesa che qualcuno chieda di quel corpo. Nessuno verrà. Nessuno chiederà di lui.
Qui c'è la foto che scattai un giorno di circa tre anni fa. Un collage di immagini montate oggi con tristezza.
Stai in pace Stefan. Barbone speciale e sfortunato.
3 commenti:
Solo oggi dal blog di Giorgio ho appreso della scomparsa del "Nostro Barbone di Quartiere". Ne sono rimasta addolorata perchè ogni volta che mi vedeva passare mi chiamava a gran voce "Signora Anna Maria". Io come tanti altri mi fermavo a fare due chiacchere: sul tempo, sulla sua e sulla mia salute, quando lo vedevo febbricitante e tossire gli portavo gli antibiotici. Scherzavamo sulla morte.... Gli piaceva riferirmi le mosse di mio marito: "Il ragazzo è è passato poco fa" mi diceva....
L'utima volta che l'ho visto era seduto sui gradini della CARIGE, ma io avevo premura ed ho attraversato la strada....ho perso l'occasione di salutarlo per l'ultima volta e me ne dolgo. Ciao Stefano ti auguro di trovare quella pace che non sei riuscito a trovare qui in terra nè nel tuo paese nè in Italia.
Una persona educata, pulita, sorridente, mai invadente. Che brutta notizia! Spero che in cielo ritrovi la madre che da sempre cercava do trovare!
Ho letto ora la lettera di Marina Ferrazin sul Secolo e sto piangendo...Caro Stefano, persona buona, gentile, pulita, rispettosa...Lo abbiamo conosciuto alla foce prima che scegliesse di stare nella "villa, al fresco" di Carignano. Tutte le volte che mi vedeva chiedeva sempre dei "miei ragazzi" e dei loro studi, di mio marito...ed a ogni natale e pasqua ricevevamo il suo biglietto di auguri, scelto con cura e spedito via posta, firmato "Barbone Stefan Radich", come fosse, e lo era, un Nobile. Ciao Stefano, non riesco a fermare le lacrime...spero tu non abbia sofferto e spero che quell'aldilà di cui dubito ci sia per farti stare finalmente bene... te lo meriti tutto! Un bacio grande.
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