La parte abitata della Rete...continua
La Rete è abitata da moltissime persone; ogni giorno aumentano ed in questo grande spazio in espansione ognuno ritrova un pezzetto di sé. Frequentando la Rete dopo i primi passi, dove si va a naso e con l’idea dell’avventura, ho scoperto di fare sempre gli stessi itinerari: l’abitudine prende il sopravvento. Così i blog, i magazine, i portali e i giornali online, che visito quotidianamente, risultano essere sempre i soliti; allora ci sarebbe bisogno di qualcuno che spinga a lasciare gli ormeggi e guidi verso nuove navigazioni, verso nuovi approdi.Circa un anno fa era uscito un libro dal titolo ‘La parte abitata della Rete’ di Sergio Maistrello, che raccontava bene cosa si incontra nella navigazione di Internet, come nascono i blog, i wiki, il podcasting e i social network…insomma tutto quanto vive su Internet e fa vivere noi, attraverso gli strumenti più avanzati della tecnologia informatica.
Il libro invitava a guardare il panorama con occhi nuovi per riprendere il viaggio: continuare a usare questa tecnologia in modo sempre più consapevole.
La Rete crea, nella relazione, una ricerca di senso in modo nuovo. Lo strumento mediatico più rivoluzionario si auspica che in breve tempo abbandoni il linguaggio tecnologico per lasciare il posto alla conversazione più personale…parliamo sempre di noi e allora cosa di più arricchente per cambiare, scambiando informazioni?
Con Internet misuriamo anche l’apertura verso gli altri. Con i nuovi strumenti a disposizione, ci trasformiamo anche in autori di contenuti: otteniamo uno scambio continuo di opinioni, visioni del mondo, contaminazioni che se riusciamo a coglierle aiutano a comprendere meglio dove e come viviamo.
La Rete è abitata soprattutto da giovani, da curiosi, da persone che scoprono che gli viene chiesto di creare e condividere cose, emozioni, fatti, servizi e piaceri…l’altro ieri ho scoperto, per sua stessa ammissione, che Berlusconi non frequenta la Rete: ha detto che è vecchio e non conosce la tecnologia di Internet. ‘Forse- ha proseguito- non sarei adatto per questo a modernizzare l’Italia’. Nel gran numero di parole ogni tanto esce un pizzico di verità.
1 commento:
ma come, non era il berlusca quello delle tre 'I'? che poi erano Impresa, Internet, Inglese e Informatica, il che fa quattro 'I' ma col berlusca si sa: siamo noi a fraintendere sempre.
e comunque, caro giorgio, non facciamoci troppe illusioni. l'italia è un paese di analfabeti informatici, e lo sarà ancora per molto tempo, grazie agli interessi del solito nano di arcore in televisioni e di altri bei personaggi simili nella telefonia cellulare.
ciau
krug
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