La comunicazione come cavia da laboratorio scientifico: una cibernetica ante litteram
Ho citato il grande Paul Watzalawick per il suo libro, Istruzioni per rendersi infelici; per questo non bisogna dimenticare la Scuola di Palo Alto in California. Tutto ci riporta agli ultimi anni '50, quando al Mental Research Institute di Palo Alto si mise sotto la lente la comunicazione, si prese il linguaggio insieme a tutta la struttura comunicativa studiandola come una comune materia fisica da analizzare in laboratorio.
A dirigere questo folto gruppo di psicoterapeuti a Palo Alto fu Paul Watzalawick nato a Villach in Austria nel 1921.
Paul Watzalawick conseguì nel 1949 all’Università di Venezia la laurea in lingue moderne e filosofia. L’anno successivo prese a frequentare l’Istituto di Psicologia analitica di Zurigo dove nel 1954 conseguì il diploma di analista. Dal 1957 al 1960 ottenne la cattedra di psicoterapia presso l’Università di El Salvador e dal 1960 si trasferì al Mental Research Institute di Palo Alto dove lavorò con Don D. Jackson, Janet Helmick Beavin e Gregory Bateson, diventando il massimo studioso della pragmatica della comunicazione umana, delle teorie del cambiamento, del costruttivismo radicale e della terapiia breve fondata sulla modificazione delle idee con cui ci costruiamo la nostra immagine del mondo, spesso dissonante con la realtà del mondo.
Fondata da Donald de Avila Jackson nel settembre del 1958, e ispirata dalla terapia della Gestalt di Fritz Perls, la scuola di Palo Alto, con il Mental Research Institute, ha dato origine alla più grande rivoluzione della psicologia contemporanea.
Autori del calibro di Gregory Bateson, Paul Watzlawich, John Weakland, Jay Haley, Janet Helmick Beavin ed altri, con i loro studi portarono alla cosiddetta psicoterapia breve o brief therapy, all'Analisi Transazionale di Eric Berne, alla PNL di Richard Bandler e John Grinder, ecc. In un certo senso usarono tutti in maniera ante litteram i principi della cibernetica.
E' bene sapere ciò che l'enciclopedia Treccani scrive alla voce: cibernetica Disciplina che si occupa dello studio unitario dei processi riguardanti la comunicazione e il controllo nell’animale e nella macchina (secondo la definizione di Norbert Wiener, 1947): partendo dalle ipotesi che vi sia una sostanziale analogia tra i ‘meccanismi di regolazione’ delle macchine e quelli degli esseri viventi e che alla base di questi meccanismi vi siano processi comunicazione e di analisi di informazioni, la cibernetica si propone da un lato di studiare e di realizzare macchine ad alto grado di automatismo, atte a sostituire l’uomo nella sua funzione di controllore e di pilota di macchine e di impianti, e dall’altro lato, inversamente, di servirsi delle macchine anzidette per studiare determinate funzioni fisiologiche e dell’intelligenza.
In sostanza la comunicazione e la costruzione della realtà diventano un tutt'uno. La realtà è una costruzione mentale che usa la comunicazione come elemento utile a formare e influenzare, con le esperienze, le nostre opinioni sul mondo.
Ecco cosa scrive Umberto Galimberti nel 2007 per la morte di Paul Watzalawick avvenuta il 31 marzo 2007.
Il linguaggio della psicoterapia deve intervenire sull’emisfero destro perché in esso l’immagine del mondo è concepita ed espressa, e, mutandone la grammatica attraverso paradossi, spostamenti di sintomi, giochi verbali, prescrizioni, si determina il cambiamento dell’immagine del mondo che è alla base della sofferenza psichica. La rivoluzione non è da poco, perché smentisce la persuasione comune secondo cui, a partire dalla nascita la realtà non può che essere scoperta. No, dice Watzlawick ne La realtà inventata. Il costruttivismo, che è alla base della sua concezione sostiene che ciò che noi chiamiamo realtà è un’interpretazione personale, un modo particolare di osservare e spiegare il mondo che viene costruito attraverso la comunicazione e l’esperienza. La realtà non verrebbe quindi scoperta, ma 'inventata'.
Il cambiamento sta poi nel far incontrare la parte razionale, logica e metodologica dell'emisfero sinistro con la parte destra dell'emisfero da cui nascono fantasie, sogni e idee che possono sembrare illogiche e assurde.
Quando le persone comunicano, oltre che scambiarsi informazioni, danno vita a un’interpretazione sociale, cioè compiono una sequenza di azioni concatenate, di mosse attraverso le quali si influenzano reciprocamente. La comunicazione interpersonale, se vista come interazione, è un processo in cui da uno stato iniziale si arriva ad uno stato finale attraverso vicende intermedie.
Negli anni Sessanta e Settanta l’idea che la comunicazione interpersonale sia interazione si è fatta strada grazie a contributi maturati in diverse aree.
A proposito di psicoterapia breve
Invece di interessarsi dell'origine storica individuale dei problemi psichici, la psicoterapia breve interviene sui sintomi, per curarli attraverso una focalizzazione dell'intervento terapeutico sui problemi relazionali mostrati dal soggetto, tramite un'attenzione sui processi del qui ed ora e sui paradossi logici di autosostentamento della sintomatologia stessa. Il risultato, a volte inatteso, è che spesso anche le cause profonde di tali problemi finiscono con l'emergere, integrando ed espandendo la stessa pratica psicoanalitica.
In Pragmatica della Comunicazione Umana, scritto da Watzlawick, insieme a Janet Helmick Beavin e Donald de Avila nel 1967, sono enunciati i cosiddetti assiomi della comunicazione -cinque affermazioni fondamentali su come si svolge l’interazione- che hanno influito profondamente su come affrontare il percorso della psicologia contemporanea.
1) Non si può non comunicare.
Si comunica anche in silenzio. Ad esempio, una persona che mentre ci ascolta accenna un sorriso ironico, comunica che quanto ascoltato lo diverte. Tutti i comportamenti sono comunicazione e non è possibile non avere un comportamento. In altre parole non si può non comunicare, consciamente o inconsciamente.
2) Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione.
L’aspetto di contenuto è presente in quelle relazioni tendenzialmente “sane” in cui l’aspetto relazionale della comunicazione viene relegato in secondo piano. Nelle relazioni “non sane” si tende a lottare per definire la tipologia della relazione relegando in secondo piano il contenuto della comunicazione.
3) La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti.
La “punteggiatura” si riferisce alla sequenza degli scambi riferito al soggetto che osserva il suo comportamento e quello del suo interlocutore
4) Gli esseri umani comunicano sia con il linguaggio digitale (verbale) e sia con quello analogico (non verbale).
Il linguaggio logico ha una complessa sintassi e si riferisce all’organizzazione delle parole; è privo di una semantica riferita all\’area relazionale. Il linguaggio analogico è privo di sintassi ma dotato di semantica. L’essere umano utilizza entrambi i linguaggi (gli animali solo quello analogico): generalmente il contenuto relazionale è definito dal linguaggio logico mentre l’analogico definisce tutto quello che è inerente la relazione.
5) Tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari, a seconda che siano basati sull’uguaglianza o sulla differenza.
L’utilizzo di un modello a discapito di un altro dipende dalle situazioni. E’ possibile anche una combinazione tra i due sistemi.
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