mercoledì, maggio 15, 2013

La politica oggi

Viviamo una lunga era, da cui si fa fatica ad uscirne, che ruota attorno ad una unica persona: Silvio Berlusconi. Un'anomalia della politica, che dietro al moto di rigetto di suscitato dallo scandalo di tangentopoli, ha determinato un degrado senza fine della politica italiana.
Anche la parte avversa all'uomo Berlusconi -il più ricco d'Italia, con una sterminata rete di interessi economici e affaristici- si avvitava su se stessa e sebbene tentava di guardare oltre, ha continuato a selezionare uomini e scelte davvero perdenti.
Con Silvio Berlusconi sono entrati in politica personaggi incredibili di avvocati, starlette televisive, industriali, piccoli imprenditori, affaristi e giornalisti che hanno rivelato una insipienza e mancanza di spessore senza precedenti storici.
Come dire che la politica, basta avere le conoscenze giuste e soprattutto essere un fans di Berlusconi, poteva farla chiunque. Altro che spirito di servizio per gli altri e la comunità; altro che generosa dedizione al bene comune, si è visto e si continua a vedere cosa si intenda per politica nell'ambito del PdL.
La difesa del leader, l'arrocco sugli interessi personali del capo, la miope visione di classe in favore dei ricchi, rappresenta la politica che continua ad essere anteposta al bene comune e all'interesse della comunità italiana. Oggi, anche con una nuova fase di rigetto rappresentata dal Movimento 5 Stelle, la situazione non cambia. Abbiamo nei nuovi protagonisti politici che si rapportano ad un nuovo leader, il comico Beppe Grillo, altre insipienze politiche; altre mancanze che, come quella che dietro l'essere duri e puri, portano allo sfacelo.
Cosa possiamo sperare da un governo composto da elementi così diversi? Niente. Da una parte i partigiani del boss e dall'altra i nani politici, che non riescono ad avere una visione che travalichi il loro piccolo orizzonte. Potremo sperare che i cosiddetti grillini crescano in fretta o almeno una attenta e intelligente opposizione attenga qualche risultato. Uno lo hanno perso irrimediabilmente: fare fuori Berlusconi, eppure lo avevano in mano.

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