Nel gennaio 2006 scrivevo per mentelocale.it
un articolo che raccontava la teoria di Stanley Malgrim, ovvero dei 6 gradi di separazione, che sostiene come qualunque persona possa essere collegata a qualunque altra attraverso una conoscenza di non di più di 5 intermediari.
Questa teoria fu sperimentata dal sociologo statunitense S. Milgram la prima volta nel 1967. Si selezionò un gruppo di cittadini del midwest chiedendo loro di mandare un pacchetto ad un estraneo che abitava in un altro Stato, a migliaia di Km di distanza. Ognuno conosceva solo il nome del destinatario e non l'indirizzo. Chiesto di mandarlo a persone che secondo loro poteva conoscere il destinatario e così in successione, incredibilmente con una media di 5 e 7 passaggi, i pacchetti giunsero tutti a destinazione.
Nel 2001 lo tesso esperimento fu provato da Duncan Watts, questa volta tramite un messaggio e-mail al posto del pacchetto. Ci fu una ulteriore conferma: gli intermediari furono effettivamente 6.
Questo fatto concretizzava l'affermazione di quanto sia piccolo il mondo!
Ora pensando che non c'era ancora il fenomeno di Facebook, che secondo i dati si è iniziato a diffondere dopo il settembre del 2007, quanti saranno oggi i gradi di separazione? Saranno sempre solo 6? Io penso di no...sono senz'altro diminuiti.
Se prendiamo poi solo ad esempio una nazione sola come l'Italia, dove per Facebook c'è stato un boom nel 2008 -e secondo i dati forniti per cui gli utenti italiani nel mese di ottobre 2010 erano 17,3 milioni- quanti saranno i gradi di separazione tra un qualunque italiano ed un altro sconosciuto? Io penso solo 3. Dimezzati!
Sì tramite la catena degli amici degli amici noi arriviamo a chiunque in solo pochissimi passaggi...ecco il ritorno o l'avvento del paese globale.
Questo può essere un fatto positivo o negativo secondo -ancora una volta- l'uso: può servirci a mandarci affareinculo o accarezzarci con affetto.
Fate voi. Buon Natale a tutti!
domenica, dicembre 22, 2013
Quanto è piccolo il mondo?
martedì, dicembre 17, 2013
Vita di Gesù di Ernest Renan
Ci fu nel 1863 una polemica nata da un famoso libro sulla storia di Gesù: è Vita di Gesù scritta da Ernest Renan.
Ernest Renan, storico e professore del College de France, non fece altro che umanizzare la figura di Gesù Cristo accentuandone insieme le caratteristiche di eccezionale grandezza. Per questo fu criticato. Renan non sminuiva la figura di Gesù, ma come uomo ne faceva il paradigma dell’uomo perfetto; un uomo da imitare per la sua innovativa legge morale. Quel libro subì la condanna del potere ecclesiastico.
Bisogna ricordare che la figura di Gesù Cristo è sempre stata oggetto di dispute. Per gli Ebrei è un falso profeta, per i Musulmani un vero profeta ma male interpretato, per i pagani e poi per i non credenti un impostore o anche un uomo giusto ma mitizzato e divinizzato dai suoi seguaci.
Fino al 1800 però mai si era dubitato della sua effettiva esistenza storica. Con lo sviluppo però della critica storica, con la ricerca della fonte ci si avvide o meglio si prese coscienza di un fatto che era sempre stato conosciuto: di Gesù Cristo non si aveva alcuna notizia da fonte non cristiana; più precisamente, avevamo solo un piccolo passo di Giuseppe Flavio, storico ebreo non cristiano, che parlava di Gesù ma appariva chiaro che il passo era una antica interpolazione, segno questo che già nell'antichità si sentiva il bisogno di confermare l'esistenza storica di Gesù.
A pochi giorni dal Natale cristiano, che si festeggia in tutto il mondo, e che fa di quella nascita partire anche il conto degli anni trascorsi in tutto l'occidente, rileggere l'opera di Ernest Renan mi parrebbe una bella cosa. Sono passati 150 anni dalla pubblicazione del libro e conserva ancora una originale attualità e capacità di pensare a Gesù come la coscienza più alta, mai esistita, nel concepire un Dio dell'umanità. Un Dio che non è un despota parziale che ha scelto un popolo ma è di tutti.
Dopo ‘Vita di Gesù’, Renan scrisse sei volumi che raccontavano la Storia delle origini del Cristianesimo. Quell’opera fu ispirata ai principi positivisti di Auguste Comte.
Le idee divulgate dal filosofo comteano Ernest Renan sono state considerate come nocive e offensive per la fede cristiana in quanto, oltre a essere non conformi alla dottrina cattolica, sarebbero state capaci di sollevare forti opposizioni popolari, secondo quanto affermava la critica più reazionaria.
La gente comune avrebbe potuto vedere nelle parole, che lo scrittore aveva pronunciato, le proprie inclinazioni e passare da una rivendicazione della libertà religiosa - già di per sé temibile - implicita nell’idea di un Gesù umano, a richiedere addirittura l’emancipazione da qualsiasi forma di autoritarismo politico e da qualunque ordine costituito.
Ernest Renan si spense nel 1892.
All'URL di http://books.google.it ne potrete leggere una bella selezione.
Questo libro è anche una buona proposta di libro regalo che aiuterà a comprendere il mondo in cui si muoveva Gesù. L'uomo che ha segnato profondamente la cultura occidentale.
sabato, dicembre 14, 2013
Il Grillismo ovvero l'ignoranza politica del Movimento 5 Stelle
Avevo già espresso in un post precedente che il grillismo è frutto di 20 anni di berlusconismo e cattiva politica. E' sempre più chiaro che la situazione in cui siamo precipitati non è nata per caso e se è vero che il presente è figlio del passato e padre del futuro c'è da stare poco allegri.
Anche Forza Italia era nata sull'onda del rifiuto della vecchia politica e contro i professionisti della politica...abbiamo visto poi come quel partito sia diventato invece il paladino della Casta, proprio di quei politici che avrebbe voluto cancellare: per salvare il suo boss ha rinforzato i privilegi dei politici mettendo molti ostacoli affinchè non si potessero perseguire gli stessi per atti di corruzione: sappiamo quante votazioni ci sono state per non mandare sotto processo i politici corrotti e corruttori di tutti i partiti.
Non dimentichiamo poi, che una delle pagine più brutte della storia parlamentare repubblicana è stata poi quella di far votare e approvare a maggioranza che una marocchina minorenne soprannominata Ruby, era la nipote del premier egiziano Mubarak. Questo per cercare di salvare Berlusconi.
Sulla stessa onda dell'antipolitica di 20 anni fa, è rinato un movimento (il Movimento 5 Stelle -M5S) che vuole rovesciare tutto.
La protesta e quello che esprime come proposte il M5S è in buona parte condivisibile non però nei comportamenti e nell'agire politico. Io ad esempio non capisco quando si afferma che il Movimento5Stelle sia un'associazioni che 'non ha ideologie di sinistra o di destra, ma idee'...cosa vuol dire? Che non ha un progetto di costruzione della società? Che non gli interessa quale assetto politico economico dare allo Stato-Nazione? Sembra inutile dire che il mondo si è sempre mosso sulla base di ideologie, ovvero logiche di idee che perseguono ideali di società: come far convivere comunità di persone insieme nel migliore dei modi. Allora è chiaro che sul piano economico e sociale bisogna fare scelte per cui si abbraccia inevitabilmente la Destra o la Sinistra: non si scappa. Parafrasando Norberto Bobbio possiamo dire: 'Non c'è niente di più ideologico che di dire no alle ideologie'.
'Noi non possiamo essere imparziali. Possiamo soltanto essere intellettualmente onesti e mettere in guardia i nostri lettori. L'imparzialità è un sogno, la probità un dovere'.
Gaetano Salvemini
Il significato di ideologia è da tempo oggetto di varie interpretazioni. Sostanzialmente di due segni opposti: negativo e positivo. In negativo è il mascheramento della realtà delle cose a cui consegue la necessità di disvelamento delle dinamiche del potere economico- come ha provato a fare Karl Marx.
In positivo è l'orientare coerentemente l'agire politico dei partiti tanto al governo, tanto all'opposizione
Secondo Marx l'ideologia è il modo di vedere la realtà della classe sociale dominante.
Ma le ideologie possono essere predominanti o marginali, vincenti o perdenti, adeguate o inadeguate, ma esistono e non si possono annullare facendo finta di niente. Sono e saranno sempre escogitate da pensatori geniali, benefici o malefici, al fine di tentare di soddisfare i bisogni-desideri degli esseri umani.
Detto questo si sente il bisogno di scuole di formazione politica, di educare le nuove generazioni a fare politica.
Per finire: ho visto che sul web gira uno spezzone di filmato RAI, di un programma a quiz, dove diversi concorrenti rispondevano a date quali il 1948, il 1964 e il 1979 come anni in cui venne eletto cancelliere Adolf Hitler. Incredibile. Questo denota quanta ignoranza anche storica, oltre che politica, pervada i giovani d'oggi.
giovedì, dicembre 12, 2013
Sabbatico di Pino Petruzzelli
Ieri sera ho visto a teatro Sabbatico di Pino Petruzzelli: teatro di parola, teatro povero, teatro d'affabulazione, teatro di contingenza ma capace di descrivere una crisi come risorsa per conoscere l'altro e il mondo.
La scenografia è fatta di un solo rotolo di corde posate per terra dove a fianco il protagonista, tale Gerardo Cozzolino, racconta il suo mese di forzato congedo dal supermercato genovese dove lavora. Ha inizio così la narrazione del suo viaggio consigliato dal barista cinese: una semplice gita in montagna che si trasforma in un itinerario improvvisato dove si incontrano diversi personaggi e alternativamente dei cani. Il peregrinare senza meta lo porterà in Puglia sua terra originaria.
Il viaggio così assume il sapore di un ritorno; di una inconsapevole regressione che porterà Cozzolino di fronte alla possibilità di fare scelte per lui inimmaginabili fino a quel momento...
Chi ha detto che il viaggio è anche ricerca dell'essenziale? Ebbene qui l'essenzialità la si ritrova dall'inizio e in questa opera di teatro povero, fatta da un solo uomo-spettacolo, si riesce ugualmente a vivere molte emozioni in maniera piena. Bravo Petruzzelli.
Una domanda all'autore: non sarà che Cozzolino voglia fare in un certo senso il verso a Checco Zalone? Infatti le origini pugliesi di entrambi hanno nel cozzalone e cozzalino una equivalenza: sta per il genovese belinone; un ingenuo a cui capitano tutte!
sabato, dicembre 07, 2013
Edvard Munch: attualità e realtà della condizione umana?
Sulla mostra dell'artista norvegese Edvard Munch, allestita per i 150 anni della nascita, avevo letto -il 3 luglio 2013- un articolo di Stefano Bigazzi,
che anticipava l'inaugurazione a Palazzo Ducale del 4 ottobre. Quell'articolo titolato: Munch, una mostra da Urlo. La svolta tra due secoli, mi era stato utile per comprendere le atmosfere cupe e depressive di Munch. Infatti per mio conto sconsiglierei ai depressi e malinconici di visitarla; aggraverebbe senz'altro il loro stato psichico.
Stefano Bigazzi aveva inquadrato l'opera di Munch, richiamando soprattutto gli scritti di Øyvind Storm Bjerke, dove si ritrova 'affine ai drammi di Ibsen. La concezione dello spazio di Munch si rivela spesso identica a quella del dramma naturalistico: uno spazio piccolo e definito al quale è stata tolta una parete per permettere di sbirciare dentro e dove, come spettatori, siamo messi a stretto contatto con gli eventi'. Quindi quadri come scenografie di un teatro drammatico che mostra la nostra vita, la nostra esistenza, fatta di sofferenza e disgrazie senza sconti. Anche Bigazzi aveva fatto richiami alla filosofia: quella di Kierkegaard e l'Esistenzialismo è senz'altro la corrente che ha dato origine all'Espressionismo: condensato nel rifiuto del piacere visivo accostando la visione a ciò che esiste nell'interiorità più profonda dell'anima umana.
A questo punto c'è da chiedersi: dove siamo? Cosa vediamo?
Nel comunicare a Stefano Bigazzi il mio grazie per l'articolo suddetto aggiungevo che oltre a quanto lui aveva scritto, in merito alla collocazione storico geografica e artistica, c'era per me anche un risvolto filosofico sintetizzato da Oswald Spengler per cui la civiltà occidentale è alla sua fine. Citando il filosofo Spengler concludevo citando una sua frase rivelatrice: l'ottimismo è viltà. La risposta di Stefano Bigazzi fu lapidaria: io sono un vile...
E' vero che guardando come va il mondo, uscendo dalla mostra di Munch c'è da assaporare molta angoscia e quindi poco per essere ottimisti; ma dobbiamo, come sostiene Stefano, continuare la viltà.
Non voglio allontanarmi dalla filosofia e per questo pensando allora a Ernst Bloch, credo di essere vicino a lui: al dovere di sperare; al principio di speranza e utopia quali elementi essenziali dell'agire e del pensare umano.
Allora grazie a Stefano Bigazzi e ad Ernst Bloch.
sabato, novembre 30, 2013
Il tempo per cambiare di Richard Bandler
Il libro nella versione originale con il titolo: Using your brain for a change
Ho terminato di leggere il libro di Richard Bandler: Il tempo per cambiare- la PNL per capire e usare gli stati di coscienza, le convinzioni e l'esperienza del tempo.
R. Bandler è insieme a John Grinder, creatore della PNL.
Richard Bandler è uno dei terapeuti più originali ed efficaci comparsi negli ultimi anni negli Stati Uniti. Ha scritto svariati volumi veramente fondamentali. Studente di Matematica, analizzò il lavoro di Fritz Perls (Fondatore della Gestalt Therapy) per il quale riordinò appunti e trascrizioni per la pubblicazione del libro Eyewitness To Therapy nel 1973.
Nel medesimo periodo incominciò a lavorare anche a fianco di Virginia Satir famosissima terapeuta della famiglia. Durante il suo lavoro di analisi dei Geni, Bandler incontrò John Grinder all'Università di Santa Cruz con il quale in seguito decise di lavorare insieme pubblicando le ricerche comuni nei libri La Struttura della Magia, dal quale scaturì la Programmazione NeuroLinguistica (PNL). In seguito pubblicò I Modelli della Tecnica Ipnotica di Milton H. Erickson e nello straordinario Ipnosi e Trasformazione. Dopo questi lavori sviluppati in collaborazione con John Grinder, Richard Bandler decise di proseguire il suo lavoro di "modellamento" dei Geni e di condivisione attraverso i libri e i corsi di formazione, con la collaborazione di altri ricercatori.
Da oltre 30 anni viaggia per il mondo tenendo corsi di formazione in PNL e lavorando alla ricerca di risorse per il miglioramento personale e professionale.
Richard Bandler è inoltre il fondatore del nuovo e potente modello di tecniche chiamato 'Design Human Engineering' e del 'Neuro Hypnotic Repatterning' una metodica che utilizza particolari modelli linguistici per creare cambiamento.
Oltre che per la sua straordinaria genialità, Richard Bandler è famoso per il suo senso dell'umorismo, la sue incredibili abilità linguistiche e il suo straordinario e coinvolgente stile di insegnamento.
Questo libro, Il tempo per cambiare, è la raccolta di alcune conferenze del 1982 in cui l'autore spiega e usa le submodalità, ovvero la creazione di convinzioni a livello inconscio, attraverso l'ipnosi, per sviluppare una maggiore stato di coscienza e curare delle fobie.
Ancora Bandler conferma come il modo in cui si fa esperienza del mondo è soggettivo e per questo con alcune tecniche si riesce a svolgere una riprogrammazione del cervello che porta al cambiamento immediato…nel tempo di una risata.
Di R. Bandler avevo già scritto la recensione del libro Il potere dell'inconscio e della PNL, dove l'autore insegnava come la stessa forza e meccanismo che provoca una fobia si possa invertire. Si possa sfruttare il potere della trance, dell'inconscio per abbandonare schemi negativi e generarne altri nuovi e positivi. Esiste il potere di scegliere e per questo sentirsi liberi.
A questo proposito ricordo sempre una frase di Eric Berne, l'inventore dell'Analisi Transazionale, che diceva: 'Non esistono problemi ma solo indecisioni'.
Ecco l'importanza di fare scelte. Ecco l'importanza di certi metodi che, pur sembrando semplicistici, chi in realtà li ha sperimentati ha trovato riscontri positivi.
Ecco dove potrete scaricare il libro in PDF: QUI!
mercoledì, novembre 27, 2013
Fine della Libertà...di un uomo potente, arrogante e menzognero. Speranza per la Democrazia...per tutti.
Oggi 27 novembre alle ore 17,43 è stato votato dal Senato della Repubblica italiana la decadenza da senatore di Silvio Berlusconi. Finalmente la lunga telenovela che da mesi e mesi dominava la discussione politica si è conclusa.
Ma davvero c'era bisogno di parlarne tanto? Il fatto è che l'incriminato è stato il dominus di 20 anni di politica italiana e sebbene una condanna definitiva per frode fiscale gli togliesse i requisiti di stare in Parlamento, lui si riteneva intoccabile perchè si considerava innocente. Oltretutto è capo e boss di un cosiddetto partito che è da considerare una sua corte. Questi ultimi poi si rivelano peggio del boss.
Il suo giornale di famiglia titola a tutto campo: Fine della Libertà. Naturalmente la Libertà a cui si riferiscono è quella del loro padrone; quella che avrebbe continuato a permettere di fare quello che voleva: ostacolare i processi a suo carico, infangare le istituzioni, far perdere prestigio all'Italia, insultare gli avversari politici, corrompere senatori ecc.
Il titolo de Il Fatto Quotidiano è invece più appropriato: Espulso il pregiudicato
I motivi affinchè si voglia la fine di quest'uomo politico sono così tanti che è anche inutile elencarli: buona parte del degrado in cui si trova l'Italia è sua responsabilità; sua e delle televisioni che possiede.
Berlusconi però non è finito: continuerà a guidare il suo gruppo di mercenari e sicuramente dovremo vedere e subire ancora molte sue ingiurie. Io intanto plaudo al fatto che sia stata applicata una norma fondamentale di democrazia e civiltà: la legge è uguale per tutti e chi viene giudicato colpevole, di un qualunque reato, deve rimanere fuori dalle istituzioni.
giovedì, novembre 21, 2013
Il metodo antistronzi un libro salutare per tutti
C'è un libro, uscito da qualche anno, (febbraio 2007) che risulta sempre attuale; si tratta di Il metodo antistronzi (The No Asshole Rule) scritto da Robert I. Sutton edito dalla piccola casa editrice Elliot Edizioni.
Sottotitolo di questo libro, divenuto un bestseller, è: Come creare un ambiente di lavoro più civile e produttivo o sopravvivere se il tuo non lo è. Gli stronzi analizzati nel libro da cui proteggerci, sono scovati nel luogo privilegiato dove esercitano le loro cattiverie: le aziende, i posti di lavoro, dove nelle gerarchie e nelle relazioni di potere vengono allo scoperto.
Robert I. Sutton laureatosi in psicologia applicata al posto di lavoro, ha creato lo Stanford Technology Venture Program (STVP), mirato al pensiero lineare e multidisciplinare all’interno del marketing e attualmente è titolare a Stanford della cattedra di tecnica aziendale innovativa.
Il titolo del libro non deve ingannare poiché è un serio trattato sulla psicologia dei prepotenti, maleducati, cafoni, bastardi, aguzzini, tiranni, maniaci oppressivi, despoti, egomaniaci…insomma di tutti quelli che la parola stronzi sintetizza bene. Tutti abbiamo conosciuto degli stronzi, persone insopportabili, capaci di avvelenarci la vita lavorativa; spesso le consideravamo un accessorio imprescindibile del potere e la loro tracotanza la subivamo rassegnati…ora il libro insegna a smontarli, a depotenziarli.
Sostenitore della relazione assertiva, ovvero costruttiva e rivolta all’aiuto reciproco, l’autore del metodo antistronzi illustra come le personalità distruttive feriscano il prossimo e danneggino la produttività aziendale.
Questo libro è indicato in particolar modo ai dirigenti di aziende e a chi ha la responsabilità di gestire gruppi di lavoro, per questo è un trattato di asshole management ossia di gestione degli stronzi.
Può sorprendere invece che fra gli stronzi famosi sia citato Steve Jobs, il capo della Apple, che a quanto pare era noto per l'aggressività, le richieste impossibili ai propri collaboratori e le sfuriate in caso di errori. Sutton ammette che anche gli stronzi possono avere successo, che a volte le loro fissazioni maniacali possono aiutarli, quella di Jobs per l'estetica ad esempio è stata fondamentale, ma in linea di massima la stronzaggine è ben lontana dall'avere risvolti positivi.
Secondo Sutton, per quanto lo stronzo possa essere bravo, non vale la pena assumerne uno: il metodo antistronzi consiste proprio nell'evitare di introdurre nel proprio gruppo di lavoro gli stronzi e nello stabilire regole di reciproco rispetto all'interno dell'azienda.
Evitare gli stronzi si rivela un grandissimo vantaggio in termini di risparmio di denaro, per non parlare de l'immensamente migliore qualità della vita.
Fra le grandi aziende che hanno applicato questo metodo Sutton cita ad esempio Google, dove vige la regola No evil, cioè non essere malvagio, e il grande successo raggiunto da questo gruppo, a partire praticamente dal nulla, dimostra che è stata una buona tattica. Un libro consigliato quindi a chi fa assunzioni e per chi vuole la vita e l’azienda sana.
Per saperne di più, visita pagina dell'editore: QUI
lunedì, novembre 18, 2013
Seguaci e destini
Passano gli anni, infausti anni, e sempre di più mi chiedo come sia possibile la perversione di un grande numero di individui che fa seguire, acriticamente con sentimenti di dedizione totale, un vecchio uomo di mediocre intelligenza e discutibili valori morali? Il carattere delittuoso di Berlusconi non si può disconoscere, eppure si ritrovano in lui molti seguaci: che abbiano tutti una natura predestinata? Di fatto a sentirli parlare sono tutti mossi nell'agire a fin di bene. Una duplicità mentale è connaturata in essi che li rende inconsapevoli e i fa propagandisti di loro stessi: si danno sempre ragione, sopprimendo ogni senso di colpa.
C'è nel loro capo un vittimismo (anche tralasciando le allusioni agli ebrei) che paradossalmente lo rende un torturatore di milioni di italiani che non ne possono più di lui.
Una risposta a quanto succede si può trovare nel Mito e nella tragedia, che ad esso si accompagna. Diceva la filosofa Maria Zambrano che ogni agire umano trova riscontro nel Mito; dunque anche questa lunga storia sembra trovi un epilogo nella tragedia. A questo punto la questione si può solo chiudere: o con la scomparsa naturale del protagonista, o con una guerra civile dove la morte di molti supporti una palingenesi. Una rinascita.
Eppure c'è in tutto questo accadere qualcosa di déjà vu: e se vivessimo realmente sempre dentro un Eterno Ritorno? Comunque un consiglio: attenti ai seguaci, ai servi e ai guru. Se incontri il Buddha per la strada, uccidilo*.
*Titolo di un libro di Sheldon B. Kopp
venerdì, novembre 15, 2013
Confessioni di un sicario dell'economia (Confessions of an Economic Hit Man)
Confessioni di un sicario dell'economia (Confessions of an Economic Hit Man) è il titolo di un libro autobiografico di John Perkins, che racconta alcuni anni della sua vita lavorativa all'interno della Chas T. Main Inc. con il ruolo di economista capo. Il libro parte con una breve introduzione sui motivi che hanno spinto l'autore a scrivere il libro, con tutte le vicissitudini che lo hanno accompagnato durante le varie stesure: iniziato nel 1982, interrotto varie volte per pressioni esterne, e poi finito nel 2004.
La storia raccontata dal libro è una storia crudele, agghiacciante come può esserlo un racconto che mette gli interessi economici, il profitto e il potere davanti all'umanità. Questi sicari, che sottraggono migliaia di miliardi di dollari a diversi paesi in tutto il mondo, hanno metodi che comprendono il falso in bilancio, elezioni truccate, tangenti, estorsioni, sesso e omicidi.
La realtà del potere di ricche famiglie e potenti multinazionali che detengono la ricchezza ed il controllo delle risorse naturali del pianeta.
L'autore John Perkins, che era uno di essi, racconta il suo cammino interiore da servitore dell’impero a sostenitore dei diritti degli oppressi.
Presentazione libro su YOUTUBE:
su current tv
L'autore nel corso del libro si pone diverse domande:
Vogliamo un mondo governato da pochi miliardari, occupati a controllare le risorse del pianeta con l’unico fine di servire i loro appetiti sempre più voraci? Vogliamo più debito, privatizzazioni e mercato in cui i signori del furto si innalzano al di sopra delle leggi che valgono solo per il resto della popolazione? Vogliamo comprare da aziende che finanziano il rovesciamento di governi eletti democraticamente? Che indeboliscono i nostri presidenti e le altre cariche elettive? Vogliamo continuare a crescere i nostri figli in un pianeta dove meno del 5 per cento della popolazione consuma più del 25 per cento delle risorse, e meno del 10 per cento di quel 5 per cento controlla i patrimoni, e dove circa metà del mondo vive in povertà?
Alla fine del libro, dove vengono rivelati molti omicidi economici, l'autore delle confessioni dice cosa possiamo fare affinché si impari a leggere tra le righe di ogni articolo di giornale; la maggior parte di periodici, case editrici e giornali sono detenuti dalle gigantesche corporation internazionali. Dobbiamo per questo informarci bene.
Pare che per uscire dalla attuale crisi bisogni incrementare i consumi; si ritorni in fondo a fare ciò che si faceva prima che sopraggiungesse la crisi. Sbagliato. Impariamo invece dalla crisi a spendere meno, a consumare di meno, ad avere meno oggetti e appena si è tentati di fare shopping aprite e leggete un libro.
Quello che fa girare l'infernale meccanismo che ci stritola sta nella nostra percezione del mondo. Ecco allora che porsi delle domande, pensare di più ed esere insieme insegnanti e studenti, con il coraggio di agire conseguentemente, può cambiare il mondo. Noi insieme possiamo cambiare il paradigma: possiamo trasformare noi stessi; è in nostro potere farlo.
Oggi abbiano la possibilità anche tramite la Rete internet di conoscere di più e crescere di consapevolezza. Il mondo è come lo sogniamo e quindi iniziamo a immaginarlo diverso.
Le stesse istituzioni, banche, aziende, corporation ecc. non hanno niente di intrinsecamente sbagliato; non c'è il maligno al loro interno: c'è invece una concezione sbagliata dello sviluppo economico; quello di pensare che non ci sia altra strada che arricchirsi a discapito di qualcun altro.
Ribaltare questo concetto impiegando le stesse risorse per attuare obiettivi diversi e positivi ispirati a valori di solidarietà, trasformerebbe il mondo. Avremmo da subito acqua, cibo e medicine per tutti. Si debellerebbe subito le epidemie che mietono ogni anno milioni di morti.
Confessioni di un sicario dell'economia. La costruzione dell'impero americano nel racconto di un insider
Autore: John Perkins
Traduttore: Lupi G.
Editore: Minimun Fax - Data di Pubblicazione: Febbraio 2010
ISBN: 8865590696 ISBN-13: 9788865590690
Pagine:315 Euro 17,50 in E-book Euro 4,99
lunedì, novembre 11, 2013
L'Estate Nera di Remo Guerrini
Un'immersione totale negli anni'60; questa è la premessa della storia raccontata nel romanzo di Remo Guerrini, L'estate nera. Tutto inizia con lo scenario reale di un paese del Monferrato, Altavilla, che come un microcosmo racchiude la vita di una comunità nell'epoca che precede il boom economico degli anni sessanta. In questa comunità c'è un gruppo di adolescenti che si appresta a consumare un delitto. La crudeltà di pensare di uccidere Benni (Beniamino) 'lo scemo del villaggio' da parte di questi poco più che bambini ha contorni da banalità del male, dove l'incoscienza diventa scusante...male incolpevole.
I ragazzini descritti con grande dovizia sono Santino, Massimino, Attila, Eva, Cavanesio, Federico, Saturnina e Giusi; sono ragazzini che scoprono il mondo con la televisione, i primi dischi, le feste con i balli lenti e le prime pulsioni sessuali.
Remo Guerrini sicuramente racconta in questo libro molto di sè. A me è parso di cogliere in Attila il suo alter ego. Forse mi sbaglio: penso che in ognuno dei vari protagonisti ci sia in parte l'autore. Ma in questa accurata descrizione affiora un vissuto coinvolgente che è misura e abilità dello scrittore, quanto sua biografia. C'è nel romanzo noir, L'estate nera, una provincia che è storia italiana e storia di formazione. L'Italia era in quegli anni tutta una provincia e si intravedeva in quella dimensione anche la nascita di una qualità di cittadini uniformati dall'affacciarsi della cultura di massa attraverso la televisione.
La lettura di questo libro ha mosso in me molti ricordi della mia infanzia. Sono affiorati i ricordi di mie estati di vacanza passate in un paese del basso Piemonte uguali a quello descritto. Non sarà per il fatto che mi leghi all'autore Remo Guerrini, oltre che luoghi, anche una stessa data di anno di nascita? Comunque Remo Guerrini non ha tralasciato niente e per chi ha vissuto quegli anni con la stessa età non può che rimanere soggiogato.
Il delitto raccontato da Remo Guerrini, è insieme un delitto metaforico di qualcosa di sè: è la rimozione di qualcosa di oscuro che ognuno porta dentro, specie di quel tempo e di quell'età. L'autore sa farci immergere nella sua storia in modo coinvolgente.
Con un salto temporale di molti anni i protagonisti si ritroveranno nel paese di Altavilla. Benni (Beniamino) era stato trovato morto dentro un pozzo. La riesumazione dello scheletro rivelerà che è stato ucciso: chi sarà stato? Chi fu il colpevole? L'incontro tra i componenti del gruppo di allora, sarà l'occasione di un tuffo in quegli anni difficili da dimenticare; sarà l'occasione di fare i conti con quel passato e con la propria vita.
Soprattutto gli antichi amici del gruppo dovranno fare i conti con una giornata dell'estate di trent'anni prima: il 17 giugno del 1962.
L'autore Remo Guerrini è stato redattore, inviato e vice capo redattore presso "Panorama" e "L'Espresso". Dopo aver fatto il capo redattore presso il "Secolo XIX", ha assunto la vicedirezione di "Vera"; è stato direttore di "Focus" per tre anni, di "Epoca" per tre mesi, del settimanale Mondadori "Primo Piano", e alla fine direttore de "Il Giorno" e direttore editoriale delle testate della Poligrafici Editoriale, ovvero "Il Giorno", "Il Resto del Carlino" e "La Nazione".
La sua passione più grande è scrivere racconti e romanzi di fantascienza e genere noir.
Intanto si ha notizia che dal libro uscirà un film, Eppideis, diretto da Matteo Andreolli con Gianmarco Tognazzi come protagonista.
In attesa di vedere il film entrate subito nelle atmosfere degli anni '60 leggendo questo libro.
Remo Guerrini – L'estate nera
Newton Compton 2013
430 pagg., 9,90€ - ISBN 9788854153493
venerdì, novembre 08, 2013
Qualcosa da cambiare: il denaro
Avevo parlato qualche post fa del libro di Richard Feynman: Il senso delle cose. Nella conferenza Un'epoca scientifica la nostra?, raccolta in quel libro, l'autore chiede ad ognuno uno sforzo di creatività, di nuove idee: non bisogna pensare che tutto vada bene così come è oggi; la lingua, la matematica, la medicina...
Ecco che io ho pensato: perché non cambiare la cosa che più di ogni altra condiziona la vita delle persone? Perché non cambiare il denaro in qualcosa d'altro? Già, proprio il denaro, il responsabile di molta infelicità umana; lo stesso denaro capace di creare libertà che rende prigionieri e crea dipendenze. Può esserci qualcosa che sostituisca il denaro, il soldo come è inteso oggi? Il denaro è una creazione dell'uomo e in quanto tale è destinata a finire. Ma perché nessuno ha finora pensato di cambiare questa forma di scambio che misura valori che spesso, per non dire mai, sono fittizi? Valori che vengono tradotti in unità di misure riferite ad altre monete e ad altro ancora, tipo metalli (oro), liquidi (petrolio), ecc. ...
Possiamo ridurre tutto ad una fittizia unità di scambio che varia in qualche altra parte del mondo riducendo la nostra vita a valori di carta e all'arbitrio di qualche uomo seduto in una stanza?
Se analizzassimo il grande potere del denaro dal punto di vista di un marziano ci accorgeremmo di quanta stupidità è insita in questo sistema di scambio di valori. Il denaro è stato sempre accomunato all'oro e alla sua preziosità: natura speciale tanto da diventare simbolo di energia e omaggio da riservare al divino. Allora? Ecco il denaro può essere qualcosa d'altro. Al posto del denaro ci possono stare molte cose.
Oggi ad esempio il nostro tempo, che ha senz'altro più valore del denaro, viene monetizzato: il lavoro è diventato solo uno scambio tempo-denaro e naturalmente il tempo della nostra vita è scaduto.
Quel nostro tempo dovrebbe invero garantirci diritti: acqua, casa, pane, salute, educazione, informazione, cultura, sicurezza...tutti diritti cosiddetti inalienabili per la dignità dell'uomo. La paga per il lavoro potrebbe essere allora un attestato di valore che trovi riscontro in accesso e garanzia a quei diritti enunciati. Quindi niente denaro per pagare il lavoro, ma vita. Tolto al denaro il potere di misurare i diritti-valori sopra indicati, avremo un mezzo diverso per pagare il superfluo. Avremo altri valori e mezzi. L'economia e la finanza sarebbero un'altra cosa e i talenti di evangelica memoria assumerebbero una dimensione diversa: non unità di misura e bene da accumulare, ma capacità di espressione personale nella ricerca del bene comune.
Voi che leggete ci avete mai pensato?
Lasciatemi sognare e immaginare il diverso: qualcosa succederà.
mercoledì, novembre 06, 2013
Il comandante di Auschwitz di Thomas Harding
Ho terminato in questi giorni di leggere il libro di Thomas Harding, Il comandante di Auschwitz. Il libro racconta in parallelo la storia di Alexander Hanns, un ebreo naturalizzato inglese e di Rudolf Höss, il nazista che fu a capo del campo di concentramento di Auschwitz; dove si perpetuò l'assassinio di massa più grande della Shoah (termine recente che indica l'Olocausto ebraico).
La storia delle due vite del romanzo sono raccontate, intrecciando i vari momenti storici che vanno dall'inizio della prima guerra mondiale fino alla loro morte.
Alexander Hanns era l'ufficiale della squadra di investigatori inglesi costituita per acciuffare i criminali nazisti che riuscirà a scovare e catturare Rudolf Höss.
L'autore del libro, Thomas Harding, è un pronipote di Alexander Hanns, che venne a sapere della partecipazione e direzione nella cattura di Rudolf Höss da parte dello prozio durante l'elogio funebre alle sue esequie nel 2006. Thomas Harding iniziò allora a fare le sue ricerche e, insieme alla consultazione di una vasta bibliografia, ottenne anche inedite testimonianze sui due protagonisti grazie a interviste a figli e nipoti a cui aggiungere la lettura di lettere e corrispondenze private delle due famiglie.
la testimonianza al processo di Norimberga di Rudolf Höss, definito uno dei più grandi criminali dell'ultima guerra mondiale, fu il momento più chiaro e veritiero di denuncia del massacro creato con la sistematica gasazione e crematura delle vittime. Nella confessione di Rudolf Höss si legge:
'Sono stato il comandante di Auschwitz fino al 1 dicembre del 1943, e stimo che siano state giustiziate e sterminate almenno due milioni e mezzo di di vittime gasandole e bruciandole, e un altro mezzo milione di individui sia morto per fame e malattia, per un ammontare di circa tre milioni di decessi. Ho personalmente visionato le esecuzioni ad Auschwitz fino al 1 dicembre 1943- Nell'estate del 1944, solo ad Auschwitz abbiamo giustiziato 400.000 ebrei ungheresi.
Il libro di Thomas Harding ha nel titolo l'aggiunta di: Una storia vera- Le vite parallele del più spietato criminale nazista e dell'ebreo che riuscì a catturarlo.
Questa aggiunta al titolo penso sia stata fatta per non confonderlo con l'autobiografia che porta lo stesso titolo, scritta nella prigione polacca in attesa del processo e condanna da Rudolf Höss stesso.
Mi piace ricordare cosa scrisse di Rudolf Höss, nella prefazione di quel libro, Primo Levi:
'Höss è stato uno dei massimi criminali mai esistiti, ma non era fatto di una sostanza diversa da quella di qualsiasi altro borghese di qualsiasi altro paese; la sua colpa, non scritta nel suo patrimonio genetico né nel suo esser nato tedesco, sta tutta nel non aver saputo resistere alla pressione che un ambiente violento aveva esercitato su di lui, già prima della salita di Hitler al potere...
Si spandono oggi molte lacrime sulla fine delle ideologie; mi pare che questo libro dimostri in modo esemplare a che cosa possa portare un'ideologia che viene accettata con la radicalità dei tedeschi di Hitler, e degli estremisti in generale. Le ideologie possono essere buone o cattive; è bene conoscerle, confrontarle e cercare di valutarle; è sempre male sposarne una, anche se si ammanta di parole rispettabili quali Patria e Dovere'.
Già, per quella nuova edizione, avvenuta nel 1984 a 40 anni dalla fine della guerra ed a 38 dall'esecuzione dell'autore, Primo Levi si chiedeva se valesse la pena ripubblicarlo. La risposta che si dette allora vale oggi per questo nuovo libro di Thomas Harding: il rigurgito negazionista e revisionista di pagine di storia di cui conservare la memoria per sempre.
Per Primo Levi: 'A mio parere, i motivi sono almeno due. Pochi anni fa ha preso inizio un'operazione insidiosa: il numero delle vittime dei campi di sterminio sarebbe stato enormemente minore di quanto afferma «la storia ufficiale»; nei campi non si sarebbe mai usato gas tossico per uccidere esseri umani. Su entrambi questi punti la testimonianza di Höss è completa ed esplicita, né si vedrebbe perché avrebbe dovuto formularla in modo così preciso ed articolato, e con tanti dettagli conformi a quelli dei sopravvissuti ed ai reperti materiali, se si fosse trovato in stato di costrizione come pretendono i «revisionisti».
Proprio in questi giorni sono nuovamente uscit dichiarazioni di negazionisti dell'Olocausto e di revisionisti che cercano di sminuire la tragedia nella sua portata di numeri e, in un certo senso, di gravità. Questi non sanno che proprio gli autori di quel genocidio dissero che la loro atrocità era così grande che chi l'avrebbe raccontata non sarebbe stato creduto. Nessuno riuscirebbe a pensare e a descrivere quello che era accaduto. Una prova è che molti testimoni sopravvissuti a quell'esperienza trovarono difficoltà a raccontarla e non ne vollero parlare per molto tempo.
Questo libro aiuta a continuare la memoria aggiungendo nuove rivelazioni e argomenti di riflessione su quel male ben descritto da Hanna Arendt con la definizione banale.
sabato, novembre 02, 2013
Ora che i ricchi sono sempre più ricchi...
Giusto 10 anni fa scrissi un post (ripreso anche da Italians -la rubrica del Corriere della Sera online) che diceva: Quando i ricchi erano ricchi, i ricchi erano bianchi di carnagione e i poveri abbronzati; si sa, i poveri lavoravano nei campi e allora si abbronzavano. Poi i poveri hanno cambiato lavoro e sono diventati bianchi e allora i ricchi si sono abbronzati e questo per tutto l'anno: d'inverno vanno ai Caraibi o a fare trekking nel deserto. Allora anche i poveri si sono di nuovo abbronzati: fanno le lampade con gli ultravioletti ma si vede che nel week end erano in giro per l'Ikea…
Qui potrete leggerlo tutto.
Facendo il verso a quella prosa oggi ho scritto:
Ora che i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sono più poveri, i ricchi continuano a fare frodi fiscali e se condannati ricorrono a Strasburgo o al ministro di loro conoscenza, mentre i poveri che hanno perso il lavoro legale ora lavorando in nero evadono anche loro il fisco, ma non li cercano neppure: le carceri sono già piene di poveracci.
Ora che i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sono più poveri; i ricchi continuano ad avere tutte le donne che vogliono e possono sposare non chi ha l'età della figlia ma quella della nipotina, mentre i poveri hanno solo le donne che gli capitano, ma se vogliono ora pagano prostitute giovani più povere di loro.
Ora che i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sono più poveri, i ricchi si fanno eleggere in Parlamento facendosi votare dai poveri, mentre quest'ultimi continuano a lamentarsi dei politici corrotti che rubano i soldi di tutti...quelli che poi usano per mantenersi ricchi a discapito dei poveri che sono sempre pronti a rivotarli al grido di Forza Italia.
Così ora va il mondo e la lotta di classe è solo un ricordo del '900. D'altronde la classe dei ricchi ha sempre avuto un ascendente verso le classi inferiori promuovendone i comportamenti, le furberie e i difetti.
Passano gli anni e nulla cambia. Cosa c'è da sperare? Forse in una grande invasione di africani, di affamati e disgraziati del mondo che forse saranno capaci di ribaltare l'attuale andazzo. Forza Africa.
venerdì, novembre 01, 2013
Il paradigma Destra - Sinistra
Schemino pubblicato sul blog del corsera online: sentimeter, Questa immagine chiarisce la posizione dei vari partiti in relazione alla scelta Libertà-Stato- Mercato - Conservazione. Scelte sempre presenti in ogni scontro democratico e che delinea la divisione tra Destra e Sinistra.
L'amico su Fb Alessandro Chelo mi ha invitato a cliccare su 'Mi piace' della pagina 'Oltre la destra e la sinistra': La pagina degli Innovatori della politica per andare oltre il paradigma destra-sinistra.
Ecco la mia risposta.
Caro Alessandro lasciami dire che non credo al superamento del paradigma Destra e Sinistra. Da tempo si ribadisce che siano finite le ideologie e che non esista più la Destra e la Sinistra. Sbagliato. Esistono eccome; esistono pur perdendo la loro ragione d'essere in quanto con l'affermazione dell'unica ideologia rappresentata dal neoliberismo, nessuno sembra in grado di riportare la politica al suo primato. Oggi vince e conta solo il mercato: il mercato dettato dagli interessi delle attuali 200 multinazionali che governano il mondo al di sopra delle scelte degli Stati. E' chiaro come a questa egemonia finanziaria capitalista, ha fatto eco il messaggio mistificatorio della fine delle ideologie. Le ideologie esistono sempre. Sono il sale della politica e del confronto di idee diverse.
Oggi con la vittoria incontrastata dell'ideologia neoliberista si ha la sensazione che non ci sia e debba esistere altro. A questo punto mi basterebbe citare Norberto Bobbio, che oltre a ribadire che 'non vi è nulla di più ideologico che l’affermazione della crisi delle ideologie', è uno stereotipo che non esista più alcuna distinzione tra Destra e Sinistra.
Per chi come me pensa che la civiltà sia un generale progresso da ingiustizia a giustizia, da diseguaglianza a uguaglianza. Proprio affermando la disuguaglianza naturale degli uomini bisogna operare contro di essa: l’uguaglianza degli uomini non è una loro natura, è un dovere della politica e della Sinistra.
Per questo pur guardando al nuovo e al rinnovamento che cambiano continuamente gli scenari del mondo bisogna tenere fermo i principio che non sia il mercato e le sue leggi a governare la nostra vita. Le comunità con la Politica dovranno continuare a confrontarsi con idee anche opposte (chiamate finora Destra e Sinistra) per progredire in pace. Il normale conflitto è in questo caso motore di crescita...come avviene in democrazia.
Quello che oggi manca è dovuto all'arresa sia della Destra che della Sinistra all'esistente: la supremazia di un mercato finanziario che detta lui le regole di tutto. Non è un caso che le diseguaglianze e le ingiustizie avanzino fuor modo.
mercoledì, ottobre 30, 2013
Il ritorno del Principe
In Italia sul tema della corruzione non riusciamo mai ad essere coerenti; anzi dato che corrotti e corruttori spesso si trovano nei gangli del potere, ecco che politici e criminali frequentemente condividono affari e destini.
Uno dei libri più interessanti che affronta questo tema è Il ritorno del Principe
Uscito in libreria il 27 giugno 2008 il libro, Il ritorno del Principe di Saverio Lodato e Roberto Scarpinato(Chiarelettere Editore, 368 pp., 15,60 Eu) affronta la mafiosità, quel comportamento diffuso specialmente qui in Italia, pare essere una componente costitutiva del potere: il richiamo al Principe di Macchiavelli, per cui ogni mezzo è lecito per l’esercizio del potere, è senza dubbio pregnante; quale democrazia può svilupparsi con questa premessa?
Di questo libro scrissi una recensione, pubblicata sul quotidiano online mentelocale.it il 4 novembre 2008.
Gli autori del libro inchiesta, Il ritorno del Principe, sono Saverio Lodato, giornalista e scrittore, che lavora per L'Unità, e Roberto Scarpinato, procuratore aggiunto presso la Procura antimafia di Palermo, dove dirige il Dipartimento Mafia-economia. Quest’ultimo è stato anche Pubblico Ministero al processo Andreotti.
Nel libro Roberto Scarpinato prende atto che il mondo degli assassini comunica con mille porte girevoli con le persone normali, con i tanti sepolcri imbiancati che occupano la scena…gli assassini, con i loro volti truci, molto spesso sono persone come noi che frequentano gli stessi salotti e le stesse chiese delle vittime… così abbiamo il dio dei dittatori e il dio degli oppressi, il dio dei corruttori e il dio dei poveri cristi, il dio dei mafiosi e il dio degli antimafiosi… così sono tutti bravi cristiani e in pace con loro stessi.
Alla luce degli ultimi avvenimenti, che riguardano soprattutto la decadenza di Silvio Berlusconi da senatore, ecco che si rimarca quanta ambiguità e voglia di continuare il gioco politico della collusione tra potere e malaffare- in questo caso la frode fiscale.
Avere le istituzioni democratiche al di sopra di ogni sospetto sarebbe cosa normale e invece...
In Italia vediamo come chi incappa nelle maglie della giustizia continua poi a frequentare gli stessi ambienti. La stessa gente non esita poi a licenziare e a bollare come ladri e farabutti gli altri, mentre si autoassolve in nome di una appartenenza ad una classe sociale superiore: sono senza vergogna.
domenica, ottobre 27, 2013
Niente succede per caso...
Niente succede per caso: si dice spesso ed è una verità incontestabile. Se poi parliamo di politica quel caso acquista una valenza particolare: fa succedere cose che riguardano il nostro essere collettivo, la comunità, l'insieme di azioni e controreazioni sociali.
Per questo si può affermare che, per quanto riguarda l'Italia, il grillismo è la diretta conseguenza del berlusconismo. Ancora di più l'astensionismo, il rifiuto della partecipazione politica è responsabilità dei personalismi e della nomenclatura partitica, di partiti che poi lo sono per modo di dire.
Il solo partito italiano, che tale si potrebbe definire, è il Partito Democratico che svolge congressi e alimenta dibattiti sulle scelte da fare in campo economico e sociale. Per il resto il vuoto.
Oggi abbiamo tra astensionismo e votanti del movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, una percentuale che supera il 55% degli elettori. Fatto grave per la democrazia.
Il movimento 5 Stelle è sorto su un'onda di antipolitica; non tutto però di questo movimento è da ritenere sbagliato: alcune istanze di rinnovamento e di pulizia sono necessarie per far cambiare rotta all'Italia.
Vent'anni di Berlusconi, al centro della vita politica, ha portato un degrado istituzionale e morale evidente. La fine di una parabola personale, politica e sociale è inevitabile sia per questioni anagrafiche sia per una naturale trasformazione temporale che modifica fisici e idee. Idee che riscontriamo anch'esse vincolate da quel Niente succede per caso a quell'Eterno Ritorno, di nietzschiana memoria.
Da alcuni fatti possiamo quindi intravedere un succedere prossimo venturo: Berlusconi muore; Forza Italia finisce; Beppe Grillo diventa senatore; il Movimento 5Stelle cambia nome; il PD si spacca; i socialisti ritrovano un vecchio sole nascente e si inizierà a parlare della scoperta di algoritmo capace di dare risposte ai vecchi problemi. La formula software sarà inserita in un'umanoide capace di dare fisicità al virtuale...
un nuovo Berlusconi?
Niente succede per caso.
martedì, ottobre 22, 2013
Ogni persona è una via
Foto di Maria Zambrano
Molte sono le strade per l’autorealizzazione; si potrebbe dire che ogni persona è una via per raggiungerla. Io ho incontrato molte strade ed ognuna conteneva semi di saggezza e verità; ognuna aveva la risposta giusta ad un problema.
Maria Zambiano (Filosofa spagnola e premio Cervantes) affermava, in Persona e Democrazia (1958): ‘Queste strade, per quanto diverse, hanno in comune il fatto di essere strade aperte dall'uomo nella selva oscura e compatta formata dagli dei, dalla confusione della natura e perfino dall'oscurità della sua mente. E' come se l'uomo si fosse finalmente messo in moto. Farsi strada é l'azione umana per eccellenza...perché l'uomo è egli stesso strada’.
Spesso si incontrano e si provano a percorrere queste strade in momenti difficili dell’esistenza: drammi, problemi, fatti tragici e difficoltà varie, facendo avvicinare le persone a particolari dottrine, filosofie e pratiche religiose; ognuna di queste rappresenta un conforto ed una rassicurazione per superare quelle particolari difficoltà del vivere. Ognuna quindi può essere utile e funzionare. Per certi versi si potrebbe pensare che un effetto placebo esiste anche per l’anima, per cui non importa a chi e a che cosa credere, l’importante è credere.
Io ho potuto constatare che c’è un filo che accomuna tutte le pratiche e le filosofie che aiutano la ricerca del proprio bene, insieme a quello degli altri: è il sapere della responsabilità delle nostre azioni; la consapevolezza di quanto i nostri comportamenti e i nostri desideri influiscano sul nostro destino.
In fondo tutte le strade sono dirette nell’interiorità del nostro essere, dove è posta la nostra verità.
Così sono dell’idea che nella nostra vita niente succeda mai veramente per caso, ed ogni cosa metta alla prova il cammino che ognuno intraprende per diventare ciò che è: questo è il senso profondo della nostra vita.
Per questo dobbiamo, nel corso della vita, fare i conti con molte cose; dobbiamo misurarci con meccanismi mentali e comportamentali che non ci appartengono, per realizzare quel miracolo di unicità e irripetibilità che ognuno rappresenta. Dobbiamo percorrere la nostra strada.
sabato, ottobre 19, 2013
Cos'è la scienza?
Cos'è quel percorso per conoscere la materia e le leggi che muovono l'universo? Ecco leggendo il piccolo libro Il senso delle cose, di Richard Feynman, si potrebbe dire in sintesi che la scienza è l'arte del dubbio.
Richard Feynman, che è stato uno dei più grandi fisici del ventesimo secolo a cui è stato conferito il premio Nobel nel 1965, raccoglie nel libro citato tre conferenze fatte a dei giovani universitari: L'incertezza della scienza- l'incertezza dei valori e Un'epoca scientifica la nostra?
Il sapere di non sapere con la ricerca continua, come sfida all'ignoto, è quello che attua il metodo scientifico, portandoci da un'ipotesi quasi certamente falsa ad una quasi certamente vera. Un quasi dunque che muove delle certezze per approssimazione. Più cerchiamo di conoscere e descrivere l'universo più il confine si allontana e appare irraggiungibile. Il mistero aumenta. L'immaginazione della Natura è più grande di quella dell'uomo. La meraviglia che osserviamo non la potevamo immaginare.
Prendiamo i meccanismi della vita: bellissimi; scopriamo con essi che ogni forma di vita è in relazione con ogni altra. Ad esempio: nelle piante, forme di vita molto lontane dagli animali, c'è la clorofilla, una sostanza molto importante nei processi che coinvolgono l'ossigeno e in noi troviamo un sistema di trasporto dell'ossigeno nel sangue-, chiamato emoglobina che ha la stessa composizione chimica, la stessa struttura ad anelli.
Feynman rileva...'Che alla base di ogni essere vivente vi sia la stessa chimica è una cosa fantastica. A pensare che che per molto tempo noi umani eravamo tanto orgogliosi da non voler riconoscere nessuna parentela con gli animali.
Se poi il nostro occhio avesse la possibilità di vedere gli atomi scoprirebbe che tutto l'universo è fatto degli stessi atomi e che la materia delle stelle è la stessa di cui siamo fatti noi.
Si è soliti dire che l'eccezione conferma la regola. Sbagliato. Per la scienza se c'è una eccezione la regola è sbagliata. Lo scienziato dovrebbe far di tutto per cercare le eccezioni; per far cadere le vecchie regole: questo è il progresso. La scienza è tutto quanto può essere esaminato tramite l'osservazione.
I periodi peggiori della storia dell'uomo sono stati quelli dove a comandare c'erano delle certezze. Dove era forte la presenza di persone che credevano in qualcosa con fede cieca e dogmatismo assoluto, prendendosi tanto sul serio tanto da pretendere che il mondo intero la pensasse come loro.
Un mistero è perché la Natura sia matematica, ovvero quelle leggi rispettino e abbiano quell'aspetto.
Saper convivere con il dubbio e l'incertezza non dovrebbe essere solo utile alla Scienza, ma ad ogni altro campo delle attività umane. La filosofia dell'incertezza rende possibile il progresso quale frutto della libertà di pensiero.
Per quanto riguarda la scienza nel rapporto con la religione si può sostenere subito che nessuno è in grado di sostenere la negazione di un Dio, tanto quanto la sua esistenza, ma resta chiaro che comunque quel Dio non potrà essere un Dio convenzionale descritto da una religione. Nessun Dio di qualunque religione è tanto grande da reggere la contemplazione dell'universo al di là della presenza umana.
Quello descritto dall'uomo è un Dio inadeguato: un semplice spettatore delle sue gesta racchiuse tra bene e male. Spesso poi la religione è entrata in conflitto con la scienza: dalla Terra che girava intorno al sole, alla discendenza animalesca ecc.
Ecco la Scienza: una continuo viaggio nell'interrogazione, nella ricerca di risposte alle cose più semplici...al senso delle cose, che paradossalmente rimanda ad altre. Altre cose che ci circondano e noi guardiamo attoniti e incantati.
lunedì, ottobre 14, 2013
Giuseppe Di Costanzo, filosofo e scrittore
Oggi avevo pronto un altro post, invece mi è arrivata la notizia dell'improvvisa morte di Giuseppe Di Costanzo, un filosofo napoletano a cui avevo presentato un libro a Genova il 26 settembre scorso, insieme all'amica Giusy Randazzo.
Ora sono basito, come tutte le persone che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. Una perdita inaspettata che ha lasciato un senso di vuoto nei famigliari e amici. Ecco che qualunque post che non parlasse di Giuseppe Di Costanzo, oggi non avrebbe senso.
Un infarto ha colpito ieri pomeriggio Giuseppe Di Costanzo a Berlino. Lui andava spesso a Berlino. era una città in cui aveva trovato la sua seconda casa. I suoi studi sulla corrente filosofica dello Storicismo Critico Tedesco, in particolare sulla formazione culturale e filosofica di Friedrich Meinecke e successivamente di Otto Hintze, lo portavano spesso in Germania.
Io sono stato onorato dell'occasione datami, con la presentazione del suo libro, 'tutto tranne l'amore', di essergli divenuto amico. Avevamo subito preso l'impegno di rivederci e di organizzare altre cose insieme. Era un napoletano speciale, fisicamente sembrava più tedesco: dai tratti del viso e dalla sua fattura alta e robusta; la sua simpatia poi era napoletana, contagiosa e non disdegnava di improvvisare imitazioni perfette di personaggi conosciuti. Con l'impegno di fargli conoscere un po' Genova lo portai a Boccadasse a prendere la panera -una specialità semifredda genovese-, fu una serata bellissima e insieme scoprimmo anche la comune passione per il cinema. Imitò Alberto Sordi e altri attori.
Ora mi rimane il ricordo della sua immagine che non voglio dimenticare.
Ciao caro Giuseppe, caro amico di pochi giorni, non ti scorderò.
martedì, ottobre 08, 2013
Il bosone di Higgs, chiamato erroneamente particella di Dio. Nobel per la Fisica 2013
Il bosone di Higgs chiamato erroneamente particella di Dio, ha fatto vincere il Nobel per la Fisica 2013.
Era previsto e puntuale è arrivato il premio Nobel a Peter W. Higgs che nel lontano 1964 aveva previsto l'esistenza di un bosone -che sarà in seguito chiamato 'particella di Dio'-, una particella che è necessaria a tenere insieme la materia.
Il bosone di Higgs, come comunemente viene indicata questa particella, costringe a interagire e ad aggregare tutti i componenti della materia, diventando massa: materia concreta così come la conosciamo noi.
Per i fisici è la conferma di una teoria chiamata Modello Standard: una teoria che prevede che le 12 particelle elementari, mattoni presenti in tutta la materia sia infinitamente piccola che grande, comprendano altre 12 particelle tipo i fotoni e i gluoni, che sono la colla che unisce fra loro i mattoni della materia, come i quark nel nucleo dell'atomo.
Ad ogni modo il britannico Peter Higgs è ateo (come la maggioranza degli scienziati) e non è d'accordo a chiamare la particella da lui pensata, poi scoperta e vista (al Cern di Ginevra con il super acceleratore Lhc), particella di Dio.
Questa particella potrebbe essere definita di Dio per il fatto che è l'unica particella che ha la capacità di trasformare l'energia in massa. Di rallentare la velocità della luce dando corpo a particelle come i fotoni, i quark, gli atomi ecc... Se in principio c'era la luce...ecco che tramite questo bosone venne creata tutta la materia: tutte le cose del creato.
All'inizio il nome dato a questa particella era goddamn particle, che significa particella maledetta o dannata, poichè difficile da individuare; fu solo una errata traduzione a trasformarla in particella dio.
Questo Nobel per la Fisica 2013 è stato assegnato anche al belga François Englert (81 anni), della Libera Università di Bruxelles; anche lui aveva fatto la congettura dell'esistenza di questa particella grazie alla quale esiste la massa. Ad ognuno degli scienziati andrà il premio di 8 milioni di corone svedesi, equivalenti a 920.000 euro.
giovedì, ottobre 03, 2013
Una conversazione stimolante
Da un dialogo davvero interessante -del post precedente- ad una conversazione stimolante...
Alcune sere fa ero a tavola con degli amici e una persona appena conosciuta che da subito incuriosì i presenti: il suo eloquio rivelava conoscenze in diversi campi e una vasta cultura. Lui, un uomo di oltre cinquant'anni, ad una precisa richiesta sulla sua vita sentimentale rispose che aveva un compagno con cui viveva da diversi anni.
Ma allora sei omosex? Chiese subito un commensale.
La risposta fu pronta: Non so come la pensi, ma nel mio percorso sentimentale non c'è spazio per una identificazione sessuale...io credo che l'individuazione di genere nella ricerca della felicità, la sessualità limiti la libertà e la verità dei sentimenti d'amore. Se stai bene con una persona, stai bene. Se si ama, si ama. Il resto è sovrastruttura.
Sovrastruttura! Era da tempo che non ascoltavo l'argomentazione puntuale di una scelta che escludesse la sovrastruttura.
Sovrastruttura: questa parola mi fece ricordare Karl Marx e la sua filosofia.
Marx in breve sosteneva che '...Nella produzione sociale della loro esistenza, gli uomini entrano in rapporti determinati, necessari, indipendenti dalla loro volontà, in rapporti di produzione che corrispondono a un determinato grado di sviluppo delle loro forze produttive materiali. L’insieme di questi rapporti di produzione costituisce la struttura economica della società, ossia la base reale sulla quale si eleva una sovrastruttura giuridica e politica e alla quale corrispondono forme determinate della coscienza sociale. Il modo di produzione della vita materiale condiziona, in generale, il processo sociale, politico e spirituale della vita'.
Ancora: 'Non è la coscienza degli uomini che determina il loro essere, ma è, al contrario, il loro essere sociale che determina la loro coscienza.'.
In effetti la sovrastruttura è ogni tipo di concetto, non attinente ai rapporti economici, che determina la sostanza dei rapporti umani. Fondamentale a tal proposito è il ruolo creato dalla cultura dominante per meglio controllare la società. Quindi nella dialettica marxiana la sovrastruttura non dovrebbe distinguere le effettive entità nel mondo.
Questa è la sintesi del Karl Marx filosofo. Già, la nostra società dividendoci anche in maschi e femmine in un certo senso dà forma ad una società arcaica. La storia vera dell'umanità allora inizierà quando anche questa divisione sarà superata.
Questo è stato il mio pensiero inespresso in quel momento, ma che ora mi è tornato alla mente leggendo di omofobia e razzismo.
Spero che Karl Marx sia letto e riletto. Un approccio scientifico al perchè non riusciamo tra le tante ragioni ad uscire da certe gabbie.
martedì, ottobre 01, 2013
Un dialogo davvero interessante tra un Papa e un ateo
Questa è la parte finale del dialogo pubblicato da la Repubblica, tra Papa Francesco ed Eugenio Scalfari.
la Repubblica di oggi 1 ottobre 2013
Il Papa Francesco: «...Ma ora lasci a me di farle una domanda: lei, laico non credente in Dio, in che cosa crede? Lei è uno scrittore e un uomo di pensiero. Crederà dunque a qualcosa, avrà un valore dominante. Non mi risponda con parole come l’onestà, la ricerca, la visione del bene comune; tutti principi e valori importanti, ma non è questo che le chiedo. Le chiedo che cosa pensa dell’essenza del mondo, anzi dell’universo. Si domanderà certo, come tutti, chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo. Se le pone anche un bambino queste domande. E lei?».
Eugenio Scalfari: Le sono grato di questa domanda. La risposta è questa: io credo nell’Essere, cioè nel tessuto dal quale sorgono le forme, gli Enti.
«E io credo in Dio. Non in un Dio cattolico, non esiste un Dio cattolico, esiste Dio. E credo in Gesù Cristo, sua incarnazione. Gesù è il mio maestro e il mio pastore, ma Dio, il Padre, Abbà, è la luce e il Creatore. Questo è il mio Essere. Le sembra che siamo molto distanti?»
Siamo distanti nei pensieri, ma simili come persone umane, animate inconsapevolmente dai nostri istinti che si trasformano in pulsioni, sentimenti, volontà, pensiero e ragione. In questo siamo simili.
«Ma quello che voi chiamate l’Essere vuole definire come lei lo pensa?».
L’Essere è un tessuto di energia. Energia caotica ma indistruttibile e in eterna caoticità. Da quell’energia emergono le forme quando l’energia arriva al punto di esplodere. Le forme hanno le loro leggi, i loro campi magnetici, i loro elementi chimici, che si combinano casualmente, evolvono, infine si spengono ma la loro energia non si distrugge. L’uomo è probabilmente il solo animale dotato di pensiero, almeno in questo nostro pianeta e sistema solare. Ho detto è animato da istinti e desideri ma aggiungo che contiene anche dentro di sé una risonanza, un’eco, una vocazione di caos.
«Va bene. Non volevo che mi facesse un compendio della sua filosofia e mi ha detto quanto mi basta. Osservo dal canto mio che Dio è luce che illumina le tenebre anche se non le dissolve e una scintilla di quella luce divina è dentro ciascuno di noi. Nella lettera che le scrissi ricordo d’averle detto che anche la nostra specie finirà ma non finirà la luce di Dio che a quel punto invaderà tutte le anime e tutto sarà in tutti».
Sì, lo ricordo bene, disse “tutta la luce sarà in tutte le anime” il che — se posso permettermi — dà più una figura di immanenza che di trascendenza.
«La trascendenza resta perché quella luce, tutta in tutti, trascende l’universo e le specie che in quella fase lo popolano. Ma torniamo al presente. Abbiamo fatto un passo avanti nel nostro dialogo. Abbiamo constatato che nella società e nel mondo in cui viviamo l’egoismo è aumentato assai più dell’amore per gli altri e gli uomini di buona volontà debbono operare, ciascuno con la propria forza e competenza, per far sì che l’amore verso gli altri aumenti fino ad eguagliare e possibilmente superare l’amore per se stessi».
Qui anche la politica è chiamata in causa.
«Sicuramente. Personalmente penso che il cosiddetto liberismo selvaggio non faccia che rendere i forti più forti, i deboli più deboli e gli esclusi più esclusi. Ci vuole grande libertà, nessuna discriminazione, non demagogia e molto amore. Ci vogliono regole di comportamento ed anche, se fosse necessario, interventi diretti dello Stato per correggere le disuguaglianze più intollerabili».
Santità, lei è certamente una persona di grande fede, toccato dalla grazia, animato dalla volontà di rilanciare una Chiesa pastorale, missionaria, rigenerata e non temporalistica. Ma da come parla e da quanto io capisco, Lei è e sarà un Papa rivoluzionario. Per metà gesuita, per metà uomo di Francesco, un connubio che forse non si era mai visto. E poi, le piacciono i “Promessi Sposi” di Manzoni, Holderlin, Leopardi e soprattutto Dostoevskij, il film “La strada” e “Prova d’orchestra” di Fellini, “Roma città aperta” di Rossellini ed anche i film di Aldo Fabrizi.
«Quelli mi piacciono perché li vedevo con i miei genitori quando ero bambino».
Ecco. Posso suggerirle di vedere due film usciti da poco? “Viva la libertà” e il film su Fellini di Ettore Scola. Sono certo che le piaceranno.
Sul potere gli dico: lo sa che a vent’anni ho fatto un mese e mezzo di esercizi spirituali dai gesuiti? C’erano i nazisti a Roma e io avevo disertato dalla leva militare. Eravamo punibili con la condanna a morte. I gesuiti ci ospitarono a condizione che facessimo gli esercizi spirituali per tutto il tempo in cui eravamo nascosti nella loro casa e così fu.
«Ma è impossibile resistere ad un mese e mezzo di esercizi spirituali» dice lui stupefatto e divertito. Gli racconterò il seguito la prossima volta. Ci abbracciamo. Saliamo la breve scala che ci divide dal portone. Prego il Papa di non accompagnarmi ma lui esclude con un gesto. «Parleremo anche del ruolo delle donne nella Chiesa. Le ricordo che la Chiesa è femminile».
E parleremo se Lei vuole anche di Pascal. Mi piacerebbe sapere come la pensa su quella grande anima.
«Porti a tutti i suoi familiari la mia benedizione e chieda che preghino per me. Lei mi pensi, mi pensi spesso».
Ci stringiamo la mano e lui resta fermo con le due dita alzate in segno di benedizione. Io lo saluto dal finestrino. Questo è Papa Francesco. Se la Chiesa diventerà come lui la pensa e la vuole sarà cambiata un’epoca.
Questo dialogo dice molte cose di questo Papa: affronta la Scienza e la modernità senza chiusure, insegnando a molti cattolici e cristiani come rapportarsi con le differenze del pensiero ideologico e scientifico. Illuminante è la frase: 'Nella lettera che le scrissi ricordo d’averle detto che anche la nostra specie finirà ma non finirà la luce di Dio che a quel punto invaderà tutte le anime e tutto sarà in tutti'.
Già, la nostra specie finirà...in perfetta aderenza scientifica darwiniana; allora quel Dio che ci ha creati a sua immagine e somiglianza dal nulla, non finirà con la sua fragile e mortale creatura, ma continuerà e invaderà tutte le anime e tutto sarà in tutti. Una visione olistica che travalica il Dio di parte di tutte le religioni; quello ebreo di un solo popolo o quello dell'Islam accogliente e misericordioso dei musulmani insieme a quello onnipotente e vendicativo- capace di somministrare paradisi e inferni- come quello cattolico.
Per finire il Papa ricorda a Scalfari: Parleremo anche del ruolo delle donne nella Chiesa. Le ricordo che la Chiesa è femminile...
Fantastico! La rivoluzione della Chiesa Apostolica Romana è forse all'inizio...ne vedremo delle belle.
sabato, settembre 28, 2013
Verso la fine
Speriamo che si chiuda questa parentesi delle Larghe intese. Finisca quell'accordo con la protesi armata di Berlusconi. Era chiaro dall'inizio che la soluzione di richiamare Napolitano a continuare il mandato di presidenza della Repubblica, mettendo insieme il PD con quella banda di nominati dal boss chiamata PdL, era un disegno di Berlusconi per continuare a mantenere il potere.
E' da vent'anni che tutto ruota intorno ad una persona e non se ne può più. La politica è sprofondata sempre di più in un baratro autoreferenziale personale, dove conta la gestione del potere e non la risoluzione dei problemi con la civile convivenza.
Era sempre più chiaro che con quell'accozzaglia di pseudopolitici, operanti nel PdL, non si cambierà mai l'attuale legge elettorale attuata con meccanismi studiati per garantire alla Destra e alla Lega vantaggi e vassalli.
Si cambi la legge elettorale, denominata porcellum, insieme a chi ci sta in Parlamento e si vada a votare subito.
Si spera che in questo momento gli italiani abbiano finalmente capito chi era e chi è il fondatore di Forza Italia: un partito che difficilmente potrà aderire al PPE europeo.
Già nella costruzione dell'Europa bisognerà trovare anche in Italia modi di confronto politico comuni e non giocati con personaggi alla Berlusconi. Personaggi che rimangono pervicacemente sulla scena politica come unti dal Signore.
martedì, settembre 24, 2013
Incontri mattutini
Stamane ho incontrato un conoscente ottantenne che mi ha detto di pensare spesso alla morte.
'Non mi era mai successo ma ultimamente penso spesso alla morte...non mi piace'.
La mia risposta è stata: 'Non è male pensare alla morte, anzi aiuta a vivere meglio'
'Dice? -mi ha risposto- forse perché si diventa allora più bravi?'
'No. Si impara a vivere meglio il presente. Si apprezza di più quello che c'è di bello nella vita...ad esempio una giornata di sole, una tazza di caffè, l'incontro con un amico e anche un 'buongiorno!' esclamato dal tuo giornalaio. Pensiamo poco alla morte e alla brevità della vita. La morte l'abbiamo rimossa, ce la nascondiamo eppure quella cosa, che Totò chiamava 'a livella', aiuta non solo ad essere seri ma paradossalmente a ridere, ad amare': così ho continuato.
'Grazie. Ha ragione, ma il fatto è che prima non ci avevo mai pensato. Quando ero giovane non pensavo alla morte, ma ora con l'età avanzata mi succede spesso. E' vero anche che apprezzo meglio le cose che un dì mi davano fastidio...ad esempio sono stato invitato a un matrimonio e tre giorni che sono agitato. Sono contento e aspetto con ansia'. Commenta lui
'Bene'. Ribadisco io
Mentre mi allontano mi dico, che in verità, non è che io pensi molto alla morte. Mi è venuto subito dopo in mente il film di Nanni Moretti Aprile, nella scena in cui con il metro in mano misurava quanto aveva vissuto e quanto poteva restargli ancora da vivere: pochi centimetri; erano di più quelli già vissuti. Accidenti!
Ma via. Teniamo solo le cose belle. Il film prosegue così.
Ecco vivere dovrebbe farci diventare saggi. Vecchi e saggi. Per vivere sempre meglio.
sabato, settembre 21, 2013
La fine di un circo-lo
La fine in un ritorno alle origini. Forse è così che si chiude un circolo. Partito con un originale tocco di polso, che faceva comprendere la psicologia del momento della massa di italiani, Silvio Berlusconi fondava Forza Italia come il partito nuovo a cui dare la fiducia sulle ceneri di tutti i partiti travolti dagli scandali di tangentopoli. Grazie poi a quell'infallibile macchina di creazione di opinione pubblica che è la TV, la presa del potere fu un gioco da ragazzi.
Era il1993. Le basi in fondo si erano formate con i circa 10 anni precedenti, caratterizzati dal cosiddetto edonismo reaganiano a livello mondiale e dal craxismo nostrano. Gli italiani aspettavano un cambio della classe politica, più onesta e meno casta (nel senso di intoccabile).
Sono passati 20 anni e il disastro è evidente a tutti: Silvio Berlusconi ha rappresentato il più grande bluff della storia politica italiana. Non solo si è avuto una classe politica indecente e affaristica, ma sempre più casta. E colui che doveva rappresentare il cambiamento si è rivelato un delinquente: frodava il fisco.
Ora lo stesso, mentre ancora una volta gli italiani sentono il rifiuto dei politici arraffoni e i partiti azienda, ecco che incurante di ciò Silvio Berlusconi fa rinascere il partito di Forza Italia, fornendogli una sede sfarzosa che grida vendetta per la miseria e la crisi che attanaglia gli italiani. Un partito che per chi ne fa parte, da Verdini alla Santanchè, dovrebbe essere di rigetto.
A questo punto io credo che con questo si chiuda più che un circolo, un circo: quello che ha offerto un infimo spettacolo politico.
Penso che quella sede museo durerà poco...non per la mancanza di fondi che Silvio Berlusconi continuerà ad elargire, ma per l'inadeguatezza del momento storico. Ora pare piacciano i movimenti e partiti veri, con facce pulite e senza corti o caste, non prolunghe di un capo o un boss.
domenica, settembre 15, 2013
A ma femme di Charles Aznavour
Ho trovato questo video di una bellissima canzone di Charles Aznavour cercandone un'altra da dedicare a mia moglie. Cercavo Toi et moi che ricordavo per le sue parole:
Toi et moi, deux cœurs qui se confondent au seuil de l'infini
Loin du reste du monde haletants et soumis
a bord du lit qui tangue et va sous toi et moi.
Io e te, due cuori si fondono alla soglia dell'infinito
Lontano dal resto del mondo alettante e sottomesso
a un lato del letto ti tocco e vedo sotto te e me.
Toi et moi libérés des mensonges et des sèvres tabous quand la nuit se
prolonge entre rantoli et remous non songes fous inventent onu nous
Tu ed io liberati dalle bugie e scevri dai tabù quando la notte si prolunga
dentro rantoli e turbinii noi pazzi ci inventiamo nuovamente.
E invece ecco A ma femme - A mia moglie
Quand le soc de roc de saisons, Sur nos visages et sur nos fronts
Aura creusé de lourds sillons De rides
Quando l'aratro dell'età, i nostri visi segnerà
Con i lunghi solchi che vi avrà scavato
Que sans notre amour désormais, Tes jours ne seront plus jamais
Les mêmes
Quand mes yeux ne verront plus rien
Que ma main cherchera ta main, A l'heure où parler sera un problème
Che senza il nostro amore ormai i tuoi giorni non saranno più
gli stessi
Quando i miei occhi non vedranno più niente,
E la mia mano cercherà la tua, allora parlare sarà un problema
Après avoir accepté Dieu. Juste avant de fermer les yeux
Encore une fois si je peux. Je te dirai comme un adieu
Je t'aime
Dopo aver accettato Dio. Prima di andarmene lo so
Un'altra volta se potrò. Io ti dirò come un addio
Ti amo
venerdì, settembre 13, 2013
Oggi 13 settembre 2013 io e mia moglie abbiamo raggiunto 40 anni di matrimonio.
Questa tappa significa molte cose; una di queste è la saggezza. Potrebbe essere considerata anche una follia raggiungere certi traguardi; ma riuscire a vivere la relazione complicata che comporta il rapporto di coppia tra un uomo e una donna, per me vuol dire essere saggi.
Vuol dire essere riusciti a costruire insieme una impresa difficile, che però regala la consapevolezza di sentirsi speciali. Poi l'amore paradossalmente non fa differenze con chi si capita addosso; la verità è che questo non succede mai per caso. No, l'amore ha delle ragioni profonde e ci dà il privilegio di incontrare l'altro.
Io ho incontrato Anna e lei ha incontrato me. Insieme abbiamo costruito negli anni una piccola società di mutuo soccorso e quell'amore che prima bruciava di passione e fisicità, ora si esprime con uno sguardo dolce e un sorriso, con una carezza e il porgerci la mano nel salire un altro gradino...il gradino di una scala che in verità scende verso una stanza buia. Rimane una certezza, sarà solamente uno di noi due che ascolterà un ultimo respiro: un sussurro per dirsi ciao.
mercoledì, settembre 11, 2013
40 anni fa...
l'11 settembre di 40 anni fa ci fu il golpe in Chile contro Salvador Allende. Il potere fu preso dal generale Augusto José Ramón Pinochet Ugarte che si autonominò presidente di una dittatura militare che durò 17 anni.
Quel generale in seguito fu accusato di crimini contro l'umanità, di corruzione ed evasione fiscale, ma non si riuscì a processarlo. Morì in Chile nel 2006- alla vigilia dell'inizio di altre sanguinose dittature sudamericane quali l'Argentina. Il reale orientamento politico del generale Pinochet, al di là del suo governo di stampo conservatore e accanitamente anticomunista, è l'ammirazione nei confronti del generale Francisco Franco, dittatore spagnolo, anticomunista e filo-fascista. Appoggiato dagli USA, nelle persone di Richard Nixon ed Henry Kissinger, in funzione anticomunista e da esponenti di ceti elevati cileni, rovesciò il legittimo governo del Presidente socialista Salvador Allende, il quale perse la vita nel golpe.
Da quell'esperienza traumatica e devastante del golpe in Chile, in Italia nacque l'idea del Compromesso Storico. Enrico Berlinguer allora segretario generale del PCI elaborò una strategia che avrebbe visto l'incontro tra cattolici e comunisti per riformare lo Stato italiano e scongiurare forme di golpe o interventi autoritari stranieri. In sostanza Enrico Berlinguer diceva che senza un accordo con i cattolici e la DC che li rappresentava, in Italia non era possibile fare niente.
Quell'idea fu in parte responsabile dell'inizio del terrorismo brigatista rosso. Le BR (Brigate Rosse) gruppi armati (guarda caso con molti componenti di estrazione cattolica) si dettero alla clandestinità e iniziarono a seminare terrore colpendo magistrati, impiegati, giornalisti e politici. Le prime azioni si registrarono nell'aprile del 1974: il rapimento del giudice Mario Sossi a Genova e la gambizzazione di un impiegato della FIAT. I fondatori delle BR, Alberto Franceschini, Renato Curcio e Margherita Cagol erano cattolici e come il presidente socialista Sandro Pertini ebbe a dire: solo chi proviene da una visione del mondo cattolica, dove esiste o il Paradiso o l'Inferno, può pensare in termini brigatisti. Da una parte tutto il Male e dall'altra tutto il Bene. O merda o Berretta rossa. Bisogna sconfiggere questo modo manicheo di guardare al mondo. La politica è un'altra cosa'.
Il culmine della strategia brigatista contro lo Stato democratico, si raggiunse nel 1978 con il rapimento e la successiva uccisione di Aldo Moro che voleva dare seguito ad una esperienza governativa che vedeva l'incontro con il PCI. Forse l'inizio della strategia del Compromesso Storico. I terroristi vedevano quel disegno come una restaurazione neocapitalistica e divennero sempre più feroci.
La compattezza della politica e il distacco dai cittadini e dell'opinione pubblica da quella forma violenta, -che aveva comportamenti anche di carattere mafioso come uccidere famigliari di pentiti, persone inermi e operai che avevano testimoniato- decretò la fine, la sconfitta di quei terroristi che segnarono una stagione criminale tra le più oscure della storia repubblicana.
sabato, settembre 07, 2013
L'essenziale...
L'essentiel
C'est d'être aimé
Le reste importe peu, la seule vérité
C'est compter pour quelqu'un
quoiqu'il puisse arriver
C'est entrer dans son cœur et n'en sortir jamais
C'est recevoir autant qu'on aimerait donner
Ne plus s'appartenir, en être rassuré
C'est voir la joie de l'autre et fondre de bonheur
Mériter sa confiance et devenir meilleur
l'essenziale
E' di essere amati
Il resto non conta, l'unica verità
Quando capita che qualcuno
arrivi a bussare
per entrare nel cuore, non lasciarlo mai
Si riceve tanto quanto vorremmo dare
Niente ci appartiene e ci rassicura
Vedere la gioia dell'altro fa sciogliere di felicità
Guadagnarsi la sua fiducia e diventare migliori
L´essentiel
C'est d'être aimé
Contrairement à tout ce qu'on peut raconter
Ce n'est pas la fortune ou la célébrité
Qui ne sont que du vent et ne font que passer
Je crois que l'important est fait de petits riens
Être attendu le soir et courir en chemin
Un des plus beaux cadeaux
que nous ait fait la vie
c'est quand notre prénom a l'air d'un mot gentil
l'essenziale
E' di essere amati
A differenza di tutto ciò che si può dire
Non è la ricchezza o la fama
Che non sono che vento destinato a passare
Io penso che l'importante è fatto di piccole cose
Aspettare la sera e seguire un cammino
Uno dei più grandi doni
che rendiamo alla vita
è quando il nostro nome ha l'aria di una bella parola
mercoledì, settembre 04, 2013
Riflessioni sul Personal Computer
Steve Job, prima dell'avvento di internet, disse che il computer è una bicicletta per le nostre menti. Ora collegato al web- che ha trasformato le economie e le società di tutto il mondo-, il personal computer fa diventare tutto condivisibile e da utilizzatori passivi ora siamo diventati potenziali produttori creativi.
Naturalmente poi ci sono le distorsioni che possono essere rappresentate da 'I LIKE - I DON'T LIKE' (Mi PIACE - NON MI PIACE)- di Facebook, dove si esaurisce e definisce qualcosa che dovrebbe essere approfondito. Ancora una esemplificazione che svilisce l'arricchimento culturale.
Ma quello che intendo per produttori creativi riguarda il passaggio dal semplice uso di software alla sua produzione. Insomma diffondere la capacità a costruire programmi utili a noi e alle nostre esigenze, farà diventare la tecnologia del pc una rivoluzione senza precedenti.
Con questo passaggio entreremo in una fase storica che sarà capace di abbattere molte barriere. Una delle più evidenti è tra produttori e consumatori.
Paradossalmente un linguaggio macchina avvicinerà le persone rafforzando l'unione di quei sentimenti che sono la base dell'umanità.
Per fare ciò sarebbe logico insegnare nelle scuole un linguaggio macchina per costruire software. Non utilizzare i tablet e i pc per leggere solo libri o fare operazioni. ma anche per creare programmi nuovi.
E' solo un sogno? Un fatto riservato a poche persone come la produzione artistica? Non saprei. Una cosa è certa: il tempo sta perdendo con le tecnologie i ritmi fin qui conosciuti. I secoli prossimi saranno tutti brevi e i rinascimenti frequenti come le grandi crisi.
Una crisi la stiamo vivendo ora. L'uscita sarà il nuovo primo rinascimento dell'era prossima? Staremo a vedere...